Il giudizio di Marco GoiSummary:
Olive Kitteridge è una nuova miniserie della HBO e già qui potreste smettere di leggere per correre immediatamente a cercarla. Non vi fermiamo certo, però continuate con la lettura perché non è finita qui. HBO si conferma ancora una volta sinonimo di prodotti televisivi di qualità eccelsa e quest’anno c’è da dire che non ha davvero sbagliato un colpo. A livello di serie tv c’ha regalato una delle novità più entusiasmanti della stagione, il giustamente osannato True Detective con Matthew McConaughey e Woody Harrelson, destinato a diventare un termine di paragone per qualunque serie crime, e non solo, dei prossimi anni. Altra splendida new entry dei palinsesti del canale via cavo americano è stata poi l’intrigante The Leftovers, senza dimenticare una nuova stagione di Girls stellare, un Game of Thrones tornato quasi ai livelli iniziali e il notevole ciclo di episodi conclusivi di The Newsroom, attualmente in onda. Persino in quanto a film tv, HBO negli ultimi mesi ci ha consegnato un prodotto che non ha nulla da invidiare alle pellicole che approdano nelle sale, tutt’altro. Stiamo parlando di The Normal Heart, emozionante film per la tv girato da Ryan Murphy capace di toccare tutti i cuori, normali e non.
Oltre ai film tv e alle serie, HBO suggella il suo 2014 strepitoso con una miniserie da non perdere. Olive Kitteridge è composta da appena quattro episodi da un’ora circa l’uno e si può gustare tutta d’un fiato, come se fosse un lungometraggio particolarmente lungo, oppure una dose per volta. L’unico difetto da segnalare è che, una volta arrivati alla fine, se ne vorrebbe ancora. Olive Kitteridge è una miniserie tratta dall’omonima raccolta di racconti di Elizabeth Strout che nel 2009 ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa. Scusate se è poco.
Il respiro da grande racconto americano è ben presente all’interno della serie e a conquistare non è tanto qualche trovata imprevedibile a livello di trama, quanto i personaggi, in particolare la Olive Kitteridge del titolo. Interpretata da una fantastica FrancesMcDormand, Olive è una donna di mezza età cinica, depressa e senza peli sulla lingua. Una mina vagante che dice tutto quello che le passa per la testa, per quanto strambo o impopolare ciò possa essere. Un personaggio del genere è difficile da amare, il suo povero marito Henry (un bravissimo Richard Jenkins) appare quasi un santo per come riesce a sopportarla e il figlio Christopher (John Gallagher Jr. di The Newsroom) non vede l’ora di andarsene via di casa lontano da lei. Gli appena quattro – ripeto, troppo pochi! – episodi di questa splendida miniserie affrontano un periodo di 25 anni nella vita della famiglia Kitteridge e al termine, per quanto non sia esattamente il personaggio più gradevole e amichevole del mondo, si finisce inevitabilmente per amare Olive Kitteridge, almeno un pochino.Olive Kitteridge vanta una qualità nella realizzazione che definire cinematografica sarebbe persino riduttivo. Meglio parlare di una qualità HBO. La regia è firmata da Lisa Cholodenko, l’autrice dell’ottimo I ragazzi stanno bene, le efficaci musiche sono realizzate da Carter Burwell, il compositore delle soundtrack di film e serie come Fargo, Twilight e Mildred Pierce, e il cast è impressionante. Oltre agli attori già citati, menzioniamo la nuova star del cinema indie Zoe Kazan, il fuoriclasse britannico Peter Mullan, Jesse Plemons direttamente da Friday Night Lights e Breaking Bad, più uno spettacolare Bill Murray.
Avete bisogno di altri motivi per correre subito a cercare questa miniserie? Probabilmente no. Scommetto che già al solo sentire che si tratta di un prodotto HBO vi eravate già piazzati davanti allo schermo a guardarla.
di Marco Goi per Oggialcinema.net