In questi giorni ho riflettuto sull'eventualità di realizzare un sito dedicato alla musica pop degli anni sessanta, settanta e ottanta. A dire il vero l'idea è il surrogato di un'altra, molto più ambiziosa, praticamente irrealizzabile per motivi tecnici, economici e di tempo a disposizione: fondare una radio libera.
La radio avrebbe dovuto essere una sorta di viaggio nel tempo, una diretta del passato in tempo reale. Il primo giorno di trasmissioni sarebbe stato l'1.1.1967, prima dello sbarco dell'uomo sulla luna, prima di Sgt. Pepper. Gli speakers avrebbero raccontato tutto giorno per giorno, anch'essi teatralmente ignari di ciò che sarebbe accaduto nei giorni e negli anni successivi.
La radio, tipicamente modenese, si sarebbe avvalsa di pochi watt di potenza, guai a far uscire il segnale fuori dalla città. Un gruppo di amici - otto o nove teatranti - si sarebbero alternati ai microfoni per raccontare in diretta ciò che di fatto era già da molto tempo accaduto, con tutta l'ingenuità di quell'epoca, la sua irripetibilità, il suo candore.
Erano così le radio libere di una volta. Qualcuno conosceva qualcun altro che sapeva di un tizio che aveva uno scantinato inutilizzato. Un altro aveva un fratello che costruiva trasmettitori e lineari di potenza. C'era poi quello con i Ray-ban da vista che aveva una marea di elleppì. Chi non lo conosceva? Sarebbe bastato procurarsi due Thorens, un mixer, ed il gioco era fatto.
Non so oggi che razza di legislazione ci sia riguardo alla concessione delle frequenze, ed in fondo non m'importa più di tanto perché l'idea della radio ormai è abortita, morta prima ancora di nascere: Chi ha il tempo? Oppure Come si fa a reperire tutti i quotidiani dell'epoca? I miei amici mi hanno dissuaso in un attimo.
Ricordo però con quale facilità si superavano negli anni settanta gli stessi problemi, ai quali erano da aggiungere i chiari di luna economici tipici dei minorenni di allora. E così ho provato a ribattere, a replicare, a far leva sulla mancanza di entusiasmo che affligge noi cinquantenni, su quell'incapacità di sognare che ci rende molto meno liberi di un adolescente squattrinato e un po' pirla. Niente da fare. I miei amici sono stati irremovibili e mi hanno anche preso in giro.
Meglio così.
Dopotutto io l'idea l'ho avuta e questo mi basta per sentirmi un sognatore attempato.
Metterò su questo sito web con l'aiuto di qualche ragazzo innamorato della vecchia musica. Costa senz'altro meno che creare una radio, è una soluzione molto più comoda dal punto di vista logistico e del dispendio di tempo.
Sto disegnando l'homepage.
Ganzissima!
Magazine Cultura
In questi giorni ho riflettuto sull'eventualità di realizzare un sito dedicato alla musica pop degli anni sessanta, settanta e ottanta. A dire il vero l'idea è il surrogato di un'altra, molto più ambiziosa, praticamente irrealizzabile per motivi tecnici, economici e di tempo a disposizione: fondare una radio libera.
La radio avrebbe dovuto essere una sorta di viaggio nel tempo, una diretta del passato in tempo reale. Il primo giorno di trasmissioni sarebbe stato l'1.1.1967, prima dello sbarco dell'uomo sulla luna, prima di Sgt. Pepper. Gli speakers avrebbero raccontato tutto giorno per giorno, anch'essi teatralmente ignari di ciò che sarebbe accaduto nei giorni e negli anni successivi.
La radio, tipicamente modenese, si sarebbe avvalsa di pochi watt di potenza, guai a far uscire il segnale fuori dalla città. Un gruppo di amici - otto o nove teatranti - si sarebbero alternati ai microfoni per raccontare in diretta ciò che di fatto era già da molto tempo accaduto, con tutta l'ingenuità di quell'epoca, la sua irripetibilità, il suo candore.
Erano così le radio libere di una volta. Qualcuno conosceva qualcun altro che sapeva di un tizio che aveva uno scantinato inutilizzato. Un altro aveva un fratello che costruiva trasmettitori e lineari di potenza. C'era poi quello con i Ray-ban da vista che aveva una marea di elleppì. Chi non lo conosceva? Sarebbe bastato procurarsi due Thorens, un mixer, ed il gioco era fatto.
Non so oggi che razza di legislazione ci sia riguardo alla concessione delle frequenze, ed in fondo non m'importa più di tanto perché l'idea della radio ormai è abortita, morta prima ancora di nascere: Chi ha il tempo? Oppure Come si fa a reperire tutti i quotidiani dell'epoca? I miei amici mi hanno dissuaso in un attimo.
Ricordo però con quale facilità si superavano negli anni settanta gli stessi problemi, ai quali erano da aggiungere i chiari di luna economici tipici dei minorenni di allora. E così ho provato a ribattere, a replicare, a far leva sulla mancanza di entusiasmo che affligge noi cinquantenni, su quell'incapacità di sognare che ci rende molto meno liberi di un adolescente squattrinato e un po' pirla. Niente da fare. I miei amici sono stati irremovibili e mi hanno anche preso in giro.
Meglio così.
Dopotutto io l'idea l'ho avuta e questo mi basta per sentirmi un sognatore attempato.
Metterò su questo sito web con l'aiuto di qualche ragazzo innamorato della vecchia musica. Costa senz'altro meno che creare una radio, è una soluzione molto più comoda dal punto di vista logistico e del dispendio di tempo.
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