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onar antì oneiratos*

Creato il 06 ottobre 2010 da Ducdauge @ducdauge

 

onar antì oneiratos*

foto:flickr

[*il sogno in cambio del sogno]

Il problema fondamentale dei sogni (non proprio di tutti) è che appaiono uguali e tali alla realtà: li viviamo con la stessa affezione, con le stesse identiche emozioni e sensazioni attraverso cui ci confrontiamo nella realtà. Italo Calvino nella sua nota alla traduzione de “I fiori blu” di Raymond Queneau cita un celeberrimo apologo cinese: “Un giorno Chuang-Tzu sogna di essere una farfalla; ma chi dice che non sia la farfalla a sognare d’essere Chuang-Tzu?”.

Mi concentrerei su questo problema, o pippa mentale che sia: riformulando in altri termini quanto detto prima, tra realtà e sogno vi è la condivisione viscerale di una stessa coscienza. Che questa coscienza sia di una farfalla o di un uomo, poco importa e, se ci sono differenze tra le due, possiamo parlarne. Certo è che in un mondo possibile – più che possibile direi che è pseudo-reale – si è prolungata l’esistenza di un individuo. Il mio punto di arrivo, o forse di partenza, è proprio questo: il sogno, le immagini oniriche, altro non sono che il prolungamento della nostra realtà. Nostra in senso individuale.

Onar antì oneiratos, “il sogno in cambio del sogno” dice Platone: il gap sogno-realtà non sarebbe altro che il passaggio, un continuum da ambienti percettivi diversi. In entrambi gli ambienti ci rapportiamo in maniera assolutamente uguale, con gli stessi pensieri, con  le stesse idee e con gli stessi segreti ma in maniera distorta, a causa della differenza di percezione che si ha dello spazio e del tempo nelle due circostanze. L’io-pensante che agisce è lo stesso, la coscienza che “si racconta” lo svolgere degli eventi, il susseguirsi delle situazioni e delle azioni è sempre e comunque la stessa, ricontestualizzata però in dimensioni spazio-temporali e fisiche diverse.

In poche parole gli occhi che guardano i due “mondi” sono sempre gli stessi, sia che lo sguardo sia di un uomo, di una farfalla, di un criceto o di Dom Cobb.

E sì, “Inception” è un bellissimo film… e credo che parli anche d’altro. Io mi sono bloccato qui.


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