Once Upon a Time in Wonderland, la serie delle poche meraviglie

22 ottobre 2013 • Serie TV, Serie USA, Vetrina Cinema •

Il giudizio di Marco Goi

Summary:

Once Upon a Time in Wonderland è lo spin-off di Once Upon a Time. In pratica prima c’era una volta, e adesso invece ce ne sono due. Come sempre accade con questo tipo di serie, si veda ad esempio il recente The Originals, il confronto con l’originale è inevitabile e possiamo dire che, a una prima impressione, lo spin-off è sugli stessi livelli della serie di cui è una costola. Molto bene, quindi? Non esattamente.

Once Upon a Time in Wonderland si attesta infatti dalle parti del Once Upon a Time degli ultimi non troppo ispirati tempi, piuttosto che a quello davvero fantasioso e “magico” della prima splendida e ineguagliata stagione. Una partenza quindi non del tutto folgorante, seppur non priva di spunti dal discreto potenziale futuro, e soprattutto è un prodotto che renderà piuttosto soddisfatti gli aficionados della serie “madre”. Le atmosfere sono le stesse, le musiche del fido Mark Isham sono molto simili, così come anche gli effetti speciali, non del tutto esaltanti, e insomma sembra di assistere a un episodio del Once Upon a Time originale. A mancare in Once Upon a Time in Wonderland sono i personaggi ormai diventati famigliari, da Emma a Regina, da Snow a Mr. Gold, e al loro posto ve ne sono altri, alcuni già noti di nome, ma con cui bisogna ancora entrare in confidenza.

Sophie Lowe e Peter Gadiot in una scena di Once Upon a Time in Wonderland

Lo spinoff è ambientato in quel di Wonderland, il Paese delle Meraviglie, e la protagonista non può quindi essere che lei, Alice. A interpretarla troviamo la giovane e promettente Sophie Lowe, attrice inglese che con quel volto, innocente e determinato allo stesso tempo, sembra nata per questa parte. La povera Alice, a forza di raccontare di brucaliffi, stregatti e conigli bianchi parlanti, si trova rinchiusa in un manicomio. A liberarla ci penserà il Fante di Cuori, qui presente in una veste davvero inedita nell’interpretazione di Michael Socha, il fratello della mitica Lauren Socha di Misfits cui assomiglia tantissimo e con cui condivide la stessa parlata cockney da periferia inglese. È lui il personaggio più imprevedibile e inaspettato di questa nuova serie, quello che potrebbe letteralmente rimescolare le carte, di Cuori e non solo, all’interno del Paese delle Meraviglie.

Per il resto, non poteva mancare in Once Upon a Time in Wonderland la storiona d’amore. Un amore tragico che Alice prova per Cyrus (Peter Gadiot), non un ragazzo normale bensì il Genio della Lampada in persona, scomparso non si sa dove e forse morto. Non disperate però, perché questo è pur sempre il mondo delle fiabe e tutto può succedere, soprattutto in amore, seguendo il motto di Biancaneve e del Principe Azzurro: “I will always find you”, “Ti troverò sempre”. La nostra Alice andrà quindi alla ricerca del suo Principe Azzurro, volevo dire del suo Genio, ma si troverà ad avere a che fare con due immancabili cattivoni: una Regina Rossa mai così glamour e affascinante, interpretata dalla bionda Emma Rigby, e il mago Jafar, nei cui panni è un piacere ritrovare uno degli ex naufraghi di Lost, Naveen Andrews, anche se la commistione tra il mondo di Lewis Carroll e quello di Aladdin appare piuttosto casuale e non molto riuscita.

Per chi già segue e ama la serie originale, questo Once Upon a Time in Wonderland sembra quindi rappresentare per ora un episodio extra settimanale, niente di più e niente di meno, con poche sorprese ma lo stesso stile rimasto intatto o quasi. A questo punto sarà interessante verificare con le prossime puntate se questo spin-off, partito negli USA con ascolti tutt’altro che buoni, riuscirà a trovare una sua identità e a farci vedere qualcosa di davvero meraviglioso, oppure se la nostra Alice sarà destinata a vivere sempre e soltanto magari non in un manicomio, ma all’ombra della serie madre.

di Marco Goi per Oggialcinema.net

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