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Only Lovers Left Alive

Creato il 27 marzo 2014 da Arpio

Only-Lovers-Left-Alive-still1-620x350Il progetto di questo film gira circa da sei anni, ma il problema “soldi per girarlo” lo ha fatto slittare parecchio. Il cast iniziale composto da Fassbender, John Hurt e Tilda Swinton, perde il suo protagonista maschile che viene sostituito da Tom Hiddelston, forse più adatto alla parte. Io, a dir la verità, ne ho sentito parlare solo l’anno scorso, quando veniva annunciata la presenza della pellicola a Cannes, dov’era nominato alla Palma d’Oro. Da allora non ho mai saputo inquadrare bene questo film. Sappiamo che i due protagonisti sono una coppia di vampiri innamorati, allora come lo cataloghiamo? Più simile a Twilight? O forse a Intervista col vampiro? Avrà qualcosa del recente Bizantyum? Niente, ho dovuto aspettare di vederlo per poter giudicare. Il responso? Bello, ma inutilmente pomposo.

Adam e Eve (va il caso) sono due vampiri che vivono da secoli, sposati ma sempre lontani. Adam vive in una decaduta e abbandonata Detroit, all’interno della sua enorme e fatiscente casa dove scrive musica per ogni strumento e crea strani macchinari e congegni ispirati dal lavoro di Tesla, meditando talvota sul suicidio. Eve dimora in una Tangeri fuori da ogni tempo, dove passa le nottate in compagna dell’amico vampiro Christopher Marlowe o Kit (poeta londinese del XVI secolo), che negli anni ha assunto vari pseudonimi tra cui quello di William Shackespeare, e si perde nelle mille parole dei libri che ha in casa. I due vivono lontani, eppure non riescono a fare a meno l’uno dell’altra.

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La bellezza della pellicola risiede nei suoi tanti messaggi e nelle sue tante metafore, ma anche nella poesia con la quale il regista Jim Jarmush ci presenta ogni scena. La lentezza dei movimenti di camera, così come quella dei protagonisti che si muovono sullo schermo, accompagnati dal pallore della loro carne, ci da una vivida sensazione di fragilità degli animi e delle emozioni. Il modo in cui i vampiri si riferiscono agli esseri umani, zombie, ci fa inquadrare la considerazione che hanno di noi: degli esseri che per imporre il proprio dominio sfruttano la Terra in maniera disastrosa. Al contrario di ogni pellicola con i vampiri, qui gli umani non sono neanche più una preda, perché contaminati da malattie e droghe, ma diventano semplicemente dei parassiti del mondo. I nuovi Adamo ed Eva non vivono in un paradiso terrestre, ma nelle sue rovine. Detroit è il simbolo del degrado umano: sporca, abbandonata, buia, un luogo dove gli umani tentano in tutti i modi di distruggere tutto ciò che è bello.
Nei lati negativi, invece, c’è l’eccessivo citazionismo presente in un buon 80% del film. Sarà che sono un rompi palle, sarà che a fingersi acculturati quando si citano delle ovvietà non ci vuole niente, la cosa mi è dato abbastanza fastidio. Ogni quattro secondi viene sparato il nome di uno scienziato, di un musicista o di un autore letterario che i due hanno conosciuto nel loro peregrinare. Citazioni letterarie o filmiche piovono come pioggia. Il tutto condito con questa personalità molto emo assunta da Adam, i cui capelli lunghi corvini davanti agli occhi e le sue manie suicide, mi ricordano molto gli anni ’90, periodo storico nel quale è successo veramente poco d’interessante.

Se avete 123 minuti da dedicare a questo film e se non vi danno fastidio i film lenti fino allo sfinimento, allora potete approcciarvi alla visione, se invece avevate in mente qualcosa di un po’ più movimentato allora vi consiglio di starne alla larga. Only Lovers Left Alive è un film sull’amore e sulla solitudine, innanzitutto, e non un classico film sui vampiri.
Dice: ma alla ti è piaciuto o no? Diciamo di sì, ma non credo lo rivedrei una seconda volta.



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