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Oppio:Storia letteraria del magico infuso

Creato il 02 giugno 2014 da Lucia Savoia
"O giusto,raffinato,potente oppio! Tu che al povero come al ricco infondi balsamo dolce,per ferite che non cicatrizzeranno mai e per angosce che conducono gli animi alla rivolta,oppio parlante!tu,che con la tua ineccepibile retorica annulli le decisioni della rabbia e che ,per una notte, ridai al colpevole le speranze della giovinezza e le mani d'un tempo,purificate dal sangue;tu che all' uomo orgoglioso concedi un passeggero oblio che citi falsi testimoni al tribunale dei sogni per il trionfo dell' innocenza sacrificata;[...] tu soltanto concedi all'uomo tali tesori,tu che possiedi le chiavi del paradiso,o giusto, raffinato,potente oppio!"-Thomas De Quincey- Confessioni di un oppiomane inglese
Oppio:Storia letteraria del magico infusoTra le tante droghe utilizzate nel corso della storia,dalle popolazioni orientali ed occidentali,la più interessante è sicuramente l'oppio.Ricavato incidendo le capsule del papavero, in modo da ottenere un succo lattiginoso("opion" in greco "succo") ; l'oppio nel corso dei secoli ha segnato profondamente la società occidentale .Diventato elemento centrale di istituzioni sacre,economiche e politiche esso si è profondamente radicato nella vita dell'uomo, dividendosi tra l'essere tossico e medicatore.
Sebbene già in alcune tavolette assiro-babilonesi ritrovate a Ninive, "la figlia del papavero del campo" viene menzionata come erba medicinale e,come testimoniano le opere di Plinio,gli effetti erano conosciuti e addirittura se ne sconsigliava l'uso in Grecia;l'utilizzo sproporzionato di questa droga,soprattutto in campo medico, si ebbe nel XVI secolo.Fu proprio con la rivoluzione scientifica del '600 e l'inizio del '700 che si ebbe un'esplosione di oppio e dell'infuso dalle immense virtù(laudano).A parlare di questa magica medicina fu tra i primi Thomas Sydenham (uno dei più gradi medici inglesi) che definiva l'Oppio: "la santa ancora della vita". "Non posso trattenermi dal ricordare con gratitudine la bontà dell'essere supremo ,che li ha dati all'umanità come sollievo, nessun altro rimedio è altrettanto potente nello sconfiggere un gran numero di malattie o addirittura nello sradicarle."(cit.Storica,National Geographic n 62 ,Aprile 2014)Allo stesso modo nel 1701 il dottor Johnes Jones affermò che il succo del papavero sonnifero poteva guarire qualsiasi malattia.L'offerta e la domanda crebbero poi con la rivoluzione industriale (fino alla fine dell'ottocento)in tutta Europa e negli stati uniti, anche grazie ai tanti cambiamenti sociale avvenuti in quegli anni.Ci fu una vera e propria democratizzazione di questa sostanza, per scopi di lucro ,giustificandola e imponendone l'uso alle colonie europee negli altri continenti .L'Inghilterra controllava e monopolizzava questi traffici,riuscendo ad esportare anche in Cina, provocando quella che sarebbe stata la "guerra dell'oppio" alla fine del XVIII secolo.
Oppio:Storia letteraria del magico infusoSebbene l'infuso fosse inizialmente utilizzato per scopi farmacologici,scrittori ed intellettuali cominciarono ad assumerlo costantemente poiché erano molti gli altri benefici prodotti dalla droga.L'oppio placava l'ansia,affinava e moltiplicava i sensi, espandeva l'immaginazione,trasformava le sensazioni ,stimolava le doti naturali,velocizzava il pensiero.
Da  a Thompsonpassando per Poe, Baudelaire e Cocteau, l'emblema di questo vasto gruppo sociale è sicuramente Thomas De Quincey, che nel 1821 scrisse "Confessioni di un oppiomane inglese".Un'opera biografica in cui questa droga viene considerata parte integrante della vita di quest'uomo e della società in cui viveva.
Chi sono questi oppiomani ? Si chiede lo scrittore.Cosa portava alla durevole schiavitù e quali erano gli effetti .
"lettore mi duole confidartelo,ma si tratta di una razza assai numerosa.me ne persuasi,anni or sono, quando contai il numero di coloro che all'epoca e in un esigua cerchia della società inglese(quella degli uomini riconosciuti eccellenti per ingegno o posizione)mi risultavano direttamente o per sentito dire,dediti all'oppio"L'inizio della dipendenza dello scrittore fu per lenire i dolori insopportabili alla testa
"[...]non ne conoscevo le modalità di assunzione(...) è però che lo assunsi che sconquasso! Quale rivoluzione! Come si sollevò dal profondo il mio spirito più intimo! Quale apocalisse in me! Che le mie sofferenze fossero sedate , appariva cosa di poco conto,adesso, poiché le stesse erano rese inoffensive dalle gioie divine che improvvisamente mi si paravano innanzi"
Gli effetti contrapposti al vino rendevano questa sostanza molto più eccitante non solo per il basso costo ma anche per la durevolezza delle sensazioni :

Oppio:Storia letteraria del magico infuso

Previati - fumatori d'oppio

"Il piacere dato dal vino è sempre crescente fino a un punto massimo in cui tende a declinare;quello prodotto dall'oppio,una vota iniziato,si protrae inalterato per otto-dieci ore. Il primo avvalendoci di una distinzione tecnica appartenente al campo medico,dispensa un piacere acuto,il secondo cronico:l'uno è una vampata laddove l'altro un fuoco costante e prolungato,Ma il principale distinguo consiste in questo: il vino mette in confusione le facoltà mentali,l'oppio,se preso a dovere, le ordina nel modo più squisito,le disciplina,le pone in armonia tra loro. Il vino priva l'uomo del proprio dominio ;l'oppio lo rinforza notevolmente.Il vino fa vacillare,ottenebra il giudizio,concede una vivacità innaturale,una sorte di esaltazione nell'odio e nell'amore,un'disprezzo e un'ammirazione estrema di ogni cosa da parte di colui che ne ha fatto uso.L'oppio al contrariotrasmette serenità ed equilibrio a tutte le facoltà,attivo o passive e ,per quanto concerne il carattere o i sentimenti morali in generale,fornisce una sorta di calore vitale condiviso dal giudizio[...]"
Oppio:Storia letteraria del magico infuso
Proprio grazie alle caratteristiche dell'oppio che rendevano sogno e realtà un'inestimabile concentrato di immaginazione, Coleridge scrisse i suoi due poemi fantasmatici:Kubla Khanin cui emergerebbe “lo strapiombo sacro e incantato dove si spezzava l’universo di selve”,"l’intervento divino nel mondo"e la Ballata del Vecchio MarinaioConcretizzando la teoria sull'immaginazione come forma di distinzione del poeta da qualsiasi altro essere umanoCocteau,invece, dice di “dovere all’oppio le ore più perfette”( cit. "opera incerta" n. 48 del 14 luglio 2009)Anche Baudelaire scopre gli effetti di questa sostanza per lenire dolori reumatici.Ispirandosi a De Quincey non solo tradurrà il suo romanzo, ma scriverà un suo "trattato"su vino hascish e oppio nei "Paradisi artificiali "
Sebbene la gioia iniziale possa trarre in inganno"Oppio temibile sorgente di delizie e pene inimmaginabili", come specifica De Quincey le pene sono orrori che non danno riposo e opprimono la coscienza:" L'oppiomane non perde nulla della sua sensibilità morale e delle proprie aspirazioni egli desidera concretizzare ciò che reputa possibile o in suo dovere,ma la capacità intellettuale di comprendere, supera di gran lunga la possibilità di eseguire.[...]Giace sotto il peso di incubi e visioni,proprio come uno che,costretto a letto dal languore mortale di una malattia, debba assistere alle ingiurie e ai maltrattamenti a qualcuno che egli ama teneramente."" Ogni notte mi sembrava letteralmente di scendere in voragini ed abissi,precipitando a una profondità della quale avvertivo di non poter più risalire.[...] II senso dello spazio e, successivamente,del tempo,furono entrambi gravemente colpiti.Lo spazio cresceva,allungandosi fino a raggiungere un estensione infinita,[..]come talvolta in una sola notte mi pareva di aver vissuto un centinaio di anni[...]alle mie architetture tennero dietro sogni di laghi e di argentee distese d'acqua.
Oppio:Storia letteraria del magico infuso
Le visioni di palazzi,acque limpide e oceani sconfinati si trasformarono ben presto in un acuta quanto più grave serie di visioni,quelle dei volti umani imploranti,rabbiosi e a volte disperati ,a migliaia con le loro intere generazioni .Sono le allucinazioni, accompagnate da fortissime emicranie, a turbare l'esistenza di De Quincey,l'incapacità di scindere il sogno dalla realtà .
Anche Edgar Allan Poe, non distante dalle esperienze di Thomas ,fa comprendere, in un suo racconto del terrore (La casa Usher), gli effetti della dipendenza,la devastazione dell'animo e dell'integrità dell'essere umano:
"contemplai ogni cosa con tale depressione d’animo ch’io non saprei paragonarla ad alcuna sensazione terrestre se non al risveglio del fumatore d’oppio, l’amaro ritorno alla vita quotidiana, il pauroso squarciarsi del velo. Sentivo intorno a me una freddezza, uno scoramento, una nausea, un’invincibile stanchezza di pensiero che nessun pungolo dell’ immaginazione avrebbe saputo affinare ed esaltare in alcunché di sublime. "
Le tante memorie e opere scritte in nome o sotto effetto di questa sostanza, hanno portato alla conoscenza dell'individuo nel tempo ,agli stati più reconditi della mente e all'interpretazione dell'oblio.Una fiducia che De Quincey pose nella sua opera al fine di essere "utile e istruttiva ad alto livello".
Chiunque voglia approfondire l'argomento potrà trovare risposta nei libri utilizzati da me, come fonte di studio, per scrivere questo articolo:
Thomas De Quincey,Confessioni di un oppiomane ingleseBaudelaire,I paradisi artificialiColeridge, Kubla KhanPoe, I racconti del terrore
Stefano Canali,Storia Sociale dell'oppio  
Articolo di Lucia SavoiaArticolo originale di Sentieri letterari. Non è consentito ripubblicare, anche solo in parte, questo articolo senza il consenso del suo autore. I contenuti sono distribuiti sotto licenza Creative Commons.

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