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Ora anche gli atei si vergognano di Odifreddi

Creato il 18 gennaio 2014 da Uccronline

OdifreddiDopo aver vinto ben due Asini d’Oro come peggior divulgatore scientifico dell’anno, Piergiorgio Odifreddi ha dimostrato a livello nazionale la sua incompetenza anche in ambito storico definendo “un’opinione” le camere a gas. Pochi mesi fa già lo storico laico Gian Enrico Rusconi aveva sottolineato che «non è difficile controbattere le ingenuità intellettuali del matematico Odifreddi, magari simpatico nel suo sfottente ateismo, ma poco consistente sul piano filosofico e storico». 

Un classico vizio degli scientisti ottocenteschi voler sostenere che le uniche certezze si trovano solo grazie alla scienza. I responsabili del Festival della Scienza hanno subito preso le distanze da Odifreddi, spiegando: «le scienze storiche, nonostante non siano solo caratterizzate da un approccio sperimentale sono da considerarsi scienze in senso stretto e le conclusioni a cui giungono hanno pari valore di quelle a cui giungono quelle sperimentali. Le affermazioni e le posizioni di Odifreddi non corrispondono minimamente allo spirito del Festival».

In breve tempo l’anticristiano Odifreddi è diventato lo zimbello del web. Perfino uno dei fondatori dell’associazione di atei integralisti di cui è presidente onorario, l’UAAR, ha chiesto che gli venisse tolta tale onorificenza in quanto «nella sua vita di contributi alla scienza od alla sua divulgazione non se ne sono visti», inoltre «si è lanciato in tesi negazioniste (ammantate di furbesco libertarismo di pensiero e di beneficio del dubbio) in merito allo sterminio degli ebrei e dell’esistenza stessa dei campi di concentramento e dell’esistenza delle camere a gas». Odifreddi è un personaggio, ha continuato Giacomo Andrei, «che nel suo campo specifico non ha prodotto nulla di buono, e che perde tempo ad occuparsi in modo dilettantesco, anzi, diciamo pure, cialtronesco, di religione, storia e filosofia (pur essendo un personaggio televisivo), non merita sinceramente di ricoprire un tale ruolo onorifico».

Sono anni però che sul forum “Atei italiani” diversi forumisti esprimono vergogna verso il più famoso ateo italiano: «non contesto quello che dice», ha scritto un utente, «ma proprio la persona. Odifreddi è un’obiezione vivente contro laicismo, ateismo, ecc.; voglio dire, non è che faccia fare bella figura a chi ne condivida le idee». E ancora: «Si occupa di cose di cui non capisce una benemerita mazza. In campi come politica e religione dimostra di non essere capace di pensare di testa sua». Ovviamente ne è nata una discussione furibonda tra apologeti e difensori del gran sacerdote Odifreddi e coloro che non ritengono che la loro “fede” debba basarsi sulla divinizzazione del noto ex-matematico.

Le opinioni critiche non sono poche: «Odifreddi? Pornografia intellettuale», ha affermato un altro ateo. «Buona per una società di massa in decadenza. Buona per la borghesia. In un paese dove Beppe Grillo è un eroe popolare Odifreddi può essere un intellettuale». E ancora: «Odifreddi è si ateo, ma del tipo più infantile possibile, come la maggioranza degli atei italiani, vuoi per effetto della dominazione Vaticana, vuoi per quello che ti pare. Un ragionamento ateo dovrebbe partire da altre basi che la razionalità scientifica. Filosoficamente parlando, non è che un positivista ottocentesco riscaldato. La sua impostazione è vecchia di duecento anni, continua un filone già morto e c’è qualcosa di macabro in quello che tenta di fare a livello intellettuale. La maggioranza dei suoi lettori non è gente culturalmente preparata, per quanto ami pensarlo, e di conseguenza non si accorge di quanto stantio sia il materiale proposto: in esso manca tutta la modernità, tutto quanto è stato pensato negli ultimi 200 anni. Persino un Marxista ha un’impostazione più moderna ed attuale di quella di Odifreddi. Gli scritti di Odifreddi possono avere una grande importanza politica, una grande importanza sociale, questo è possibile. Ma intellettualmente sono anacronistici. Nietzsche, 200 anni fa, scriveva cose più interessanti sul mondo di oggi».

La critica è dura e colpisce l’obiettivo: «Odifreddi non è Heidegger, fa divulgazione, ma non è questa la sua colpa, bensì quella di non avere basi intellettuali solide. Non è filosofo e si vede. Ma anche per fare l’ideologo servono un po’ di basi, basi che mancano. Il razionalismo di Odifreddi e Dawkins è un positivismo morto e sepolto». La critica ad Odifreddi è condivisa anche tra gli intellettuali laici, come Giulio Giorello, il quale ha ironizzato recentemente: «Molto spesso le bestie ci ispirano di più degli uomini. Parafrasando l’etologo Frans De Waal, ho da imparare più da un bonobo che dal professor Piergiorgio Odifreddi».

La redazione


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