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Orti urbani: una pratica anticrisi

Creato il 10 settembre 2013 da Rossellagrenci

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Secondo la Confederazione Italiana Agricoltori sono sempre di più gli italiani che coltivano stabilmente l’orto in giardino o in terrazza, risparmiando oltre il 10% sulla spesa ortofrutticola e garantendosi la competa tracciabilità alimentare. Oggi sono 1,8 milioni gli ettari coltivati nelle aree cittadine e cresce l’impegno delle amministrazioni comunali.

Nell’anno del crollo record dei consumi, con 7 famiglie su 10 costrette a “tagliare” quantità e qualità del cibo, gli orti urbani cambiano pelle e da hobby del week-end diventano una pratica quotidiana “anticrisi”. Oggi infatti sono sempre di più gli italiani che coltivano zucchine, lattuga e limoni in giardino o sul balcone.

Nell’ultimo anno gli “urban farmer” che coltivano stabilmente l’orto in terrazzo o su piccoli appezzamenti di terra cittadini sono cresciuti del 9 per cento, passando da 4,5 milioni a 4,9 milioni -spiega la Cia-. Ma il “fai da te” agricolo incuriosisce e attira una platea molto più ampia, con una famiglia su tre che da “principiante” inizia a sostituire gerani e margherite con qualche pianta di basilico, peperoncini e ciliegini.

E nella classifica dei prodotti agricoli più gettonati tra i nuovi “farmer” urbani -continua la Cia- al primo posto ci sono verdure da mangiare a crudo, come insalate e pomodori (36 per cento). Seguono le erbe aromatiche (29 per cento), la frutta (18 per cento) e infine verdure da cuocere, come zucchine, melanzane e piselli (17 per cento).

Che gli orti urbani sono una realtà in crescita è evidente sia dall’estensione delle superfici con 1,8 milioni di ettari coltivati in tutta Italia nelle aree cittadine, sia dall’impegno delle amministrazioni locali a sostegno del “city farming”, con quasi 4 comuni su 10 tra i capoluoghi di provincia che prevedono spazi di verde pubblico da adibire alle coltivazioni a uso domestico. In questo modo non solo si dà un sostegno alle famiglie ma si sottraggono all’incuria e al degrado terreni per lo più lasciati incolti e abbandonati.
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