maggio 2, 2011 By Paolo
La coincidenza è forte, eclatante. Usama Bin Laden è stato ucciso dalle forze americane in Pakistan. Questo succede quattro giorni dopo l’attentato al Caffè Argana di Marrakech. Al Qaeda (la base in arabo) è stata decapitata della sua micidiale icona, mitizzata sino a qualche anno fa da tanti giovani arabi nel mondo. Ricordo sempre con stupore, nei primi mesi del mio trasferimento in Marocco, i tanti giovani che idealizzavano Bin Laden, i tanti posters che vedevo appesi nelle povere stanze, il giochino che si vendeva alla Place che vedeva il terrorista inseguito da Bush (e non il contrario, quindi Usama vittima perseguitata). Le cose sono cambiate in questi ultimi anni, ovviamente, e anche i tanti segnali di antiamericanismo si sono affievoliti, e l’America con il suo presidente di colore ha riconquistato buona parte dei marocchini. Lo Stato del Vaticano questa mattina ha condannato i festeggiamenti di milioni di americani (ma quanti giovani nelle immagini che arrivano dagli USA!) ribadendo che la morte non è mai un momento di gioia. Bene, vorrei ricordare alla Chiesa sempre pronta al perdono, al porgi l’altra guancia, che migliaia di persone sono morte negli attacchi dell’11 settembre, persone oneste, padri e madri di famiglia, bambini, tanti bambini, di ogni razza e credo, e buona parte del mondo arabo ha gioito di questo feroce e indescrivibile atto terroristico. Non condanno questi milioni di americani che hanno visto realizzato il loro sogno, non posso biasimarli. L’organizzazione di Hamas, mi correggo, i terroristi di Hamas, hanno condannato fermamente l’uccisione di Usama Bin Laden, senza un minimo di dignità e di amor proprio, ribadendo al mondo quello che sono: terroristi che minano gli sviluppi di pace nel Medio Oriente. Oggi è un grande giorno per l’America e per tutte le anime che non sono più tra di noi a causa di questo mostro ignobile che risponde al nome di Usama Bin Laden. Forse le cose non cambieranno, forse dovremo assistere ad una recrudescenza delle attività terroristiche nel mondo, da parte dei suoi fanatici e criminali adepti, prepariamoci, ma resta comunque il fatto che giustizia morale è stata fatta. Dedico questa giornata a Anthony, un caro amico che ha perso la vita nelle Twins Towers, aveva 32 anni, tanti progetti, tanti sogni e tante aspetttive; ha lasciato una moglie e una bimba di 4 mesi ad attenderlo invano, nel dolore più totale.