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Oscar 2013 – L’ Oscar per il miglior attore non protagonista

Creato il 21 febbraio 2013 da Oggialcinemanet @oggialcinema

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Quali sono state le migliori interpretazioni dell’anno? Abbiamo visto le nomination agli Oscar dei migliori attori protagonisti, spazio ora anche ai gregari, a quelli che con le loro performance sono riusciti a rubare la scena persino ai protagonisti principali.
Ecco i candidati come miglior attore non protagonista agli Oscar 2013:

Alan Arkin (Argo)
Robert De Niro (Il lato positivo – Silver Linings Playbook)
Tommy Lee Jones (Lincoln)
Philip Seymour Hoffman (The Master)
Christoph Waltz (Django Unchained)

Alan Arkin
Classe 1934, Alan Arkin è un attore che ha cominciato a farsi notare nei favolosi anni ’60 in Sette volte donna del nostro Vittorio De Sica, oltre che come interprete dell’ispettore francese ne L’infallibile ispettore Clouseau. Negli ultimi anni lo abbiamo visto soprattutto in ruoli da caratterista, tra cui quello in Little Miss Sunshine e ora quello in Argo. Perché merita di vincere?
1. Questa è la sua quarta nomination agli Oscar dopo le due come miglior protagonista per Arrivano i russi, arrivano i russi nel 1967 e L’urlo del silenzio nel 1969, e quella come non protagonista in Little Miss Sunshine. E gliela volete finalmente levare questa soddisfazione, cari membri dell’Academy? Tenete anche presente che, tra i cinque nominati, è l’unico a non aver ancora conquistato la statuetta.
2. Argo è un thriller tesissimo, una ricostruzione accurata di una storia vera, ma riesce anche a divertire e a prendere allegramente per i fondelli l’industria di Hollywood. Il merito? Soprattutto del divertente personaggio di Alan Arkin, il produttore cinematografico Lester Siegel che si occupa della realizzazione del fittizio film dentro il film.
3. Argo ha ottenuto 7 nomination agli Oscar, ma rischia di perdere il premio di miglior film in favore del favorito Lincoln di Steven Spielberg. Almeno nelle categorie chiamiamole “minori”, la pellicola di Ben Affleck merita di fare il pieno di statuette.

Robert De Niro
Robert De Niro è uno degli attori più noti e apprezzati di sempre. Molte sue interpretazioni sono entrate nella leggenda, da Taxi Driver a Toro Scatenato passando per C’era una volta in America. Eppure, negli ultimi tempi le sue performance non sono state sempre memorabili e all’altezza di un passato così glorioso. Fino ad ora. Vediamo allora perché Robert De Niro merita di vincere la statuetta per la sua ultima interpretazione ne Il lato positivo – Silver Linings Playbook.
1. Il lato positivo mostra davvero il lato positivo della commedia americana. Una pellicola estremamente riuscita, folle al punto giusto, romantica e pure spassosissima. A rendere la visione ancora più frizzante è il personaggio di un Robert De Niro tornato finalmente in gran forma recitativa.
2. Robert De Niro è stato nominato agli Oscar 7 volte, ma l’ha vinto solo in due occasioni: come non protagonista de Il padrino – Parte II nel 1975 e come protagonista di Toro Scatenato nel 1981. Non sarebbe certo uno scandalo una terza statuetta a uno dei più grandi attori viventi.
3. Negli ultimi anni De Niro l’abbiamo visto parecchio attapirato, preso tra interpretazioni in film ben poco memorabili come Manuale D’am3re, Capodanno a New York e i sequel di Ti presento i miei. Adesso che è tornato a recitare ottimamente in una splendida commedia, il suo è un comeback al cinema degno di una statuetta dorata.

Christoph Waltz
Attore austriaco classe 1956, Christoph Waltz ha cominciato a lavorare soprattutto in patria e in Germania a partire dagli anni Ottanta, ma il grande pubblico internazionale l’ha conosciuto grazie a Bastardi senza gloria, dove vestiva i panni del temibile colonnello Hans Landa. Il film gli era valso l’Oscar di miglior attore non protagonista nel 2010 e ora rischia di fare il bis. Vediamo perché.
1. Christoph Waltz al servizio di Quentin Tarantino è ormai una garanzia. Se in Bastardi senza gloria era spietato e odioso, questa volta Waltz si è ritrovato tra le mani un personaggio decisamente più simpatico e accattivante. Se già era riuscito a farsi amare in Bastardi senza gloria, ora, nei panni del dottore cacciatore di taglie King Schultz, il vero idolo di Django Unchained, la strada per una sua vittoria sembra ancora più in discesa.
2. Django Unchained è il film più divertente e cinematograficamente fantasioso tra i nominati agli Oscar. Tra le 5 nomination che si è guadagnato, quella di miglior attore non protagonista sembra essere quella in cui ha le maggiori possibilità di portarsi a casa la statuetta, insieme a quella di miglior sceneggiatura originale. Se una pellicola come questa rimanesse a bocca asciutta, sarebbe un peccato imperdonabile da imputare ai giurati dell’Academy.
3. Soltanto per la scena d’apertura della pellicola, il Christoph Waltz unchained merita di portarsi a casa il suo secondo Oscar.

Philip Seymour Hoffman
L’attore americano non è certo nuovo a nomination e riconoscimenti. Philip Seymour Hoffman ha infatti vinto l’Oscar come migliore attore protagonista nel 2005 per Truman Capote – A sangue freddo ed è stato nominato 3 volte come non protagonista: nel 2008 per La guerra di Wilson, nel 2009 per Il dubbio e quest’anno per The Master. La sua candidatura merita di trasformarsi in statuetta? Vediamo perché.
1. The Master è il film più sottovalutato dell’anno dall’Academy. La pellicola tocca, seppure senza farne esplicito riferimento, lo scomodo argomento Scientology, movimento religioso che a Hollywood vanta diversi sostenitori. Potrebbe essere questo uno dei motivi per cui la pellicola di Paul Thomas Anderson è stata snobbata in molte categorie? Comunque sia, il film è riuscito a guadagnarsi 3 nomination per le interpretazioni. Se Joaquin Phoenix avrà vita dura contro Daniel Day-Lewis e Amy Adams ha la strada sbarrata dalla super favorita Anne Hathaway, la nomination che ha più probabilità di concretizzarsi è quella di Philip Seymour Hoffman.
2. Philip Seymour Hoffman per questa parte è già stato premiato all’ultimo Festival di Venezia, dove la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile dell’anno è andata ex aequo a lui e al collega di set Joaquin Phoenix. Liberamente ispirato alla controversa figura di L. Ron Hubbard, il fondatore di Scientology, il suo Lancaster Dodd è uno dei personaggi più sfaccettati e complessi visti nell’ultima annata di cinema e Hoffman è riuscito a farlo vivere sullo schermo in maniera splendida.
3. La scena in cui Hoffman sottopone Joaquin Phoenix a una seduta di ipnosi è da applausi a scena aperta. Uno dei faccia a faccia recitativi più impressionanti dal confronto tra Jodie Foster e Anthony Hopkins ne Il silenzio degli innocenti.

Tommy Lee Jones
Così come gli altri nominati in questa categoria, Tommy Lee Jones non è nuovo alle candidature agli Oscar. Per lui sono infatti arrivate le nomination come miglior attore non protagonista per JFK – Un caso ancora aperto nel 1992 e per Nella valle di Elah nel 2008, oltre all’Oscar come miglior attore protagonista vinto con Il fuggitivo. Vediamo le tre ragioni per cui potrebbe riuscirgli il bis quest’anno.
1. Lincoln parte come grande favorito di questi Oscar, forte delle sue 12 nomination. La pellicola patriottica firmata da Steven Spielberg godrà quindi della massima considerazione in tutte le categorie, quella per il miglior attore non protagonista compresa.
2. Il personaggio interpretato da Tommy Lee Jones, il leader dei Repubblicani Thaddeus Stevens, è uno dei principali sostenitori dell’abolizione della schiavitù negli Stati Uniti, ed è inoltre uno di quelli maggiormente caratterizzati a livello umano. Difficile che i membri dell’Academy rimangano indifferenti di fronte a un personaggio del genere, per altro interpretato da Tommy Lee Jones in maniera a tratti davvero toccante.
3. Per questo ruolo, Tommy Lee Jones si è aggiudicato una marea di nomination, tra cui quella al Golden Globe, e ha già portato a casa vari premi da parte dei critici americani. L’Oscar potrebbe essere il naturale passo successivo, per una delle performance attoriali più apprezzate dell’anno.

di Marco Goi


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