Magazine Cultura

Oscar Wilde “Penna, matita e veleno – Uno studio in verde” 5

Creato il 29 luglio 2012 da Marvigar4

oscarwilde

OSCAR WILDE
PENNA, MATITA E VELENO
UNO STUDIO IN VERDE

Titolo originale: PEN, PENCIL AND POISON – A STUDY IN GREEN
Traduzione di Marco Vignolo Gargini

   In questo passo, scritto, l’autore ci dice, ‘con timore e riverenza’, v’è molto di terribile, e moltissimo di ciò che è affatto orribile, ma non senza una certa cruda forma di vigore, o, comunque, una certa cruda violenza verbale, una qualità che quest’epoca dovrebbe davvero apprezzare, dal momento che è il suo difetto primario. È più piacevole, comunque, passare a questa descrizione del Cefalo e Procri di Giulio Romano:  
  
   Dovremmo leggere il lamento di Mosco per Bione, il dolce pastore, prima d’osservare questo quadro, o studiarlo come una preparazione per il lamento. Abbiamo quasi le stesse immagini in entrambi. Per tutte e due le vittime gli alti boschetti e le vallette della foresta mormorano; i fiori emanano un mesto profumo dai loro boccioli; l’usignolo piange sulle terre rocciose, e la rondine nei lunghi tornanti delle valli; ‘gemono anche i satiri e i fauni velati di scuro’, e le ninfe fontane nel bosco si sciolgono in acque di pianto. Le pecore e i capri abbandonano i loro pascoli; e le oreadi, ‘che amano scalare le più inaccessibili vette di tutte le rocce più ripide’, si precipitano giù con il canto dei loro pini che corteggiano il vento; mentre le driadi si chinano dai rami degli alberi a loro intrecciati, e i fiumi versano lacrime per la bianca Procri, ‘con flussi densi di singulti’,
 
Riempiendo con una voce l’oceano lontano alla vista.
 
   Le api d’oro sono silenti sul timoso Imetto; e il corno che funebre presagisce l’amore di Aurora non scaccerà più il freddo crepuscolo sulla cima dell’Imetto. Il primo piano del nostro soggetto è una sponda erbosa arsa dal sole, spezzata in gonfiori e risacche come onde (una sorta di frangenti di terra), resa più irregolare da molte radici che fanno incespicare e tronchi d’albero prematuramente recisi dall’ascia, che ancora sprigionano germogli verde pallido. Questa sponda s’innalza piuttosto bruscamente sulla destra verso un fitto boschetto, impenetrabile per ogni stella, al suo ingresso siede lo stordito re di Tessaglia, tenendo tra le sue ginocchia quel lucente eburneo corpo che fu, ma che un instante prima divideva i ruvidi rami con la sua fronte liscia, e calpestava spine e fiore simile al piede punto da gelosia – adesso indifeso, pesante, immobile, se non quando la brezza solleva con beffa la sua folta chioma.
   Di tra i tronchi strettamente vicini sbigottite ninfe spingono innanzi con alte grida: 
 
E satiri in vesti di daino, coronati di edera intrecciata, avanzano;
e mettono una strana pietà nei loro contegni cornuti.
 
   Lelap giace sotto, e mostra con il suo affanno il rapido passo della morte. Dall’altro versante del gruppo, Amore Virtuoso con ‘ali abbattute’ tien salda la freccia diretta verso una schiera di silvane creature, fauni, arieti, capre, satiri, e madri di satiri, che comprimono i propri figli con le loro terribili mani, che corrono da sinistra in un sentiero sommerso tra il primo piano e una parete rocciosa, sul cui crinale più basso una guardiana del ruscello versa dalla sua urna le sue acque narratrici di dolore. Sopra e più remota dell’Efidriade, un’altra donna, che si strappa i capelli, appare tra le colonne ornate di festoni di vite di un boschetto incolto. Il centro del dipinto è colmo di prati ombrosi, che sprofondano giù verso la bocca del fiume; oltre è ‘la vasta possanza dell’oceanico flusso’, dalla cui superficie colei che estingue le stelle, la rosea Aurora, spinge furiosamente i suoi corsieri bagnati d’acqua salmastra a mirare gli spasimi di morte della sua rivale.
  
   Se questa descrizione fosse accuratamente riscritta, sarebbe davvero ammirevole. La concezione di ricavare dalla pittura un poema in prosa è eccelsa. Buona parte della migliore letteratura moderna scaturisce dallo stesso proposito. In un’epoca assai brutta e sensibile, le arti prendono lo spunto non dalla vita, ma le une dalle altre.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog

Magazine