Sabato 02 Febbraio 2013 15:58 Scritto da TinaB
Si metteva a gambe distese e, appoggiandosi alla parete curva, approdava al suo posto di comando sulla sua seggiola preferita: “senza latte e biscotti non si può cominciare la giornata!”, dichiarava ogni mattina Ottavio al suo fedele Pelus, un coniglietto nero come il carbone che lo seguiva dappertutto.
I vicini di casa lo avevano avvertito: “una casa a guscio di noce proprio non si era mai vista in questo quartiere!, certo è molto bella, ma vedrai quanti oggetti ti scivoleranno dalle pareti senza che tu te ne accorga!”.
Una mattina Ottavio, mentre temperava le sue matite colorate, sentì una vocina lontana borbottare: “Lo sapevo, prima o poi doveva pur capitare!, sistemati ben bene nel cassetto non si corrono rischi, ma quando quel bimbo disordinato ci lascia tutti sparpagliati per la stanza, qualcuno di noi si perde sempre!”.
Ottavio si guardò attorno bisbigliando al coniglietto: “Hai sentito anche tu Pelus? Mi è sembrato di sentire qualcosa … mi sbaglio di certo, qui non c’è proprio nessuno tranne noi due!” e continuò a temperare canticchiando.
Ma nuovamente sentì una vocina che si avvicinava brontolando: “dove si sarà cacciato! Eppure non dovrebbe essere difficile vederlo da lontano con questi enormi pois blu!”.
Ottavio si girò di scatto verso la vocina e vide qualcosa sbucare dal divano; con passo felpato si avvicinò a quella strana figura nascosta, quando ad un tratto il piccolo Pelus fece un balzo verso il divano e la intrappolò fra le zampette nere.
“Fermo Pelus, attento a non fargli male! fammi vedere cos’hai acchiappato!”; il coniglietto sbirciò fra le zampette e curioso annusò la piccola figura.
Ottavio l’aveva riconosciuta, ma proprio non capiva cosa ci facesse nascosta sotto al suo divano: “e tu cosa ci fai qui sotto?! Dovresti essere nel mio cassetto con tutte le altre calze!”.
Il calzino lo guardò accigliato e dimenandosi fra le zampe di Pelus rispose: “spero tu stia scherzando mio caro Ottavio! Non ti ricordi che ieri sera mi hai lasciato proprio tu qui sotto!; ti stavi preparando per andare a letto e dalla fretta di infilarti il pigiama ti sei svestito e ci hai sparpagliato per terra!”.
Ottavio ci pensò su e guardandolo di sottecchi rispose dispiaciuto: “bèh … penso che tu abbia proprio ragione, scusami tanto se ti ho lasciato qui ma avevo proprio un gran sonno!, il problema è che la cesta dei panni sporchi è in bagno … ed io ero così stanco che non avrei potuto fare un solo passo di più!”.
Il calzino si mise a scuotere la testa e disse:” ma con queste pareti curve non avresti fatto molta fatica ad arrivare fino al bagno! Avresti dovuto solo distendere le gambe e saresti scivolato fino alla cesta dei panni sporchi! Diciamoci la verità … sei proprio un gran pigrone!”.
Ottavio arrossì fino alle orecchie e con aria birichina disse al calzino :”Hai proprio ragione!, ma sai che sono un bambino molto impegnato e tante volte mi dimentico le buone maniere!”.
Il calzino però non lo stava più ascoltando e continuava a guardarsi attorno borbottando, fino a che si girò verso il bambino e gli disse con aria un po’ scocciata: “ E allora?!, pensi di fare la bella statuina o di aiutarmi a cercarlo?”.
“Cercare chi scusa?” rispose Ottavio stupito
“Ma come chi?! L’altro calzino a pois blu! Non lo sai che noi calzini siamo sempre in coppia?!” disse spazientito il calzino.
Ottavio e Pelus guardarono in tutta la casa, sotto ogni mobile ed in ogni angolo, ma dell’altro calzino proprio non c’era traccia.
Quando ormai si stava avvicinando l’ora di andare a dormire, sentirono delle forti risate arrivare da sotto il letto; Ottavio alzò le coperte e ficcando il nasino sotto il copriletto vide l’altro calzino a pois blu che si spanciava dalle risate con un guanto rosso.
“Ecco dove eri finito! E tu chi saresti, non ricordo proprio di aver indossato dei guanti rossi ieri!”, disse Ottavio.
“Lo credo bene”, rispose il guanto, “siamo in estate!, io sono qui fin dall’inverno scorso!, il tuo calzino mi stava giusto raccontando come è finito qua sotto; ieri sera dalla gran fretta, lo hai fatto volare per aria e lui è scivolato sulla parete curva della tua casetta ed è finito qui sotto! Che gran risate!”, disse sogghignando il guanto, e aggiunse: “Bene, adesso che ci siamo tutti potete aiutarmi a trovarlo!”
“Trovare chi scusa?!”, rispose Ottavio assonnato.
Il guanto alzò gli occhi al cielo e scuotendo la testa gli rispose: “ma l’altro guanto rosso naturalmente! Non sai che noi guanti siamo sempre in coppia?!”.
Ma questa è un’altra storia…