OUR HOLIDAYS. In Pics!

Sono giorni che lavoro a questo post, una sorta di sfida mia personale, contro il tempo e le energie: ma ho vinto io, ce l'ho fatta! Ho rubato ore al sonno, smozzicato bocconi di minuti tra il pasto - in piedi, di corsa e Simone da andare a riprendere al nido, tra un impegno e un altro, per riuscire nell'intento. Io adesso solo così riesco a scrivere post, lavorare foto, non ne conosco altri. Sempre de corsa. Ricordo con un certo brivido di piacere quando potevo decidere il come, il dove, il quando e soprattutto il quanto. Ora già è tanto se riesco. Punto.Un po' come è già stato i giorni prima del natale, quando vi ho raccontato che ho dato tutta me stessa per renderlo l'immagine perfetta di come mi sentivo io: piena, completa, colorata, allegra, straripante d'amore. E per farcela ho dovuto affrontare tutte le difficoltà del caso, perché quando mi dicevano che con un figlio non hai più tempo per te, non ci sono pause, c'è solo lui... ecco ora so che è davvero così, senza iperbole. E' esattamente così e mi va bene, perché senza Simone non avrei avuto un natale così da festeggiare!
Ci tenevo troppo, per Lui, quello grande, che era gasato ed esaltato quanto me, per l'altro, quello piccolo, perché questo è stato il primo natale consapevole. E poi per me,per i motivi che vi ho già detto. Così abbiamo comprato l'alberello, medie dimensioni e lo abbiamo decorato un po' prima dell'8, perché io non resistevo più! Ed è stato il nostro primo albero da famiglia. Abbiamo comprato le palline e lasciato qualche ramo libero per altre decorazioni che abbiamo scelto tra i mercatini natalizi in cui siamo stati, cosette originali, fatte a mano. Poi mi sono dedicata ai regali, non ho tralasciato nesussuno (o quasi). Ho scelto di metterci del mio, perciò non potevo che regalare foto, fatte da me. Ritratti di nonni, zie, amici, con Simone, tutti accompagnati da bigliettini personalizzati, anche quelli realizzati da me con un servizio online. E' stato un successone! Ho fatto commuovere doversi cuori e diversi occhietti, che in fondo avere foto di altre persone significa un po' conservare e custodire frammenti della loro vita. E cosa c'è di più bello se non condividerli con i legittimi proprietari? Questo è il risultato:

Quelli che vedete qui sotto sono i bigliettini di cui vi dicevo, stampe di foto su cartoncino. E ci sono i biscotti fatti a mano da me, i primi biscotti della mia vita! Ho cotto i Ginger Bread, in piena tradizione natalizia e sono venuti buonissimi! Il sacchettino che ho immortalato, nello specifico, era per una delle maestre del nido di Simon.

E poi sono arrivate le vacanze. Siamo partiti per l'Umbria, i miei suoceri hanno casa proprio sotto Assisi e quelli sono stati giorni davvero magici. Speciali. Ci siamo potuti riposare, perchè l'aiuto dei nonni e della zia è stato prezioso e soprattutto abbiamo visto Simone felice come non mai, circondato dall'affetto di tutti i parenti, gioioso e prodigo di risate, ne aveva una per ognuno! Che bimbo generoso!Gli abbiamo fatto trovare i regali la mattina del 25 da scartare, lo so è ancora piccino e forse è stato più per me che per lui, per rivivere quell'atmosfera di attesa e meraviglia, come quando eravamo piccoli. Perché davvero torni a vedere il mondo e le sue cose con gli occhi di un bambino. Però ha gradito anche lui, devo dire.E i nonni, assistere alla loro rinascita, ai sorrisi di stupore, non ha prezzo.

Vi presento L'Orso Bruno, regalo graditissimo dei nonni. Ora è il suo amichetto inseparabile! Quante avventure vivranno insieme quei due, questo è solo l'inizio di un grande amore, già lo so.
La fattoria con gli animali invece è il regalo di mamma e papà :)

In quei giorni ha iniziato a scartare i regali da solo e per ognuno che liberava dall'involucro seguiva un lungo e sentitissimo appaluso. Si perché dovete sapere che mio figlio è autocelebrativo come pochi: ogni azione che gli riesce di fare, dopo si applaude di gusto!

La parte più bella è stata mettergli su il cappellino da Piccolo Aiutante di Babbo Natale, per divertirci e vederlo stare al gioco e poi fargli migliaia di foto: da solo, coi nonni, con gli zii, con tutti.
E noi, sempre più innamorati e orgogliosi del nostro ometto



La passeggiata col nonno a Santo Stefano per andare a trovare una persona davvero speciale, di quelle che stanno in cima all'albero genealogico, su su, in alto in alto. E godersi lo spettacolo di quattro generazioni unite, vicine vicine, nella stessa stanza, con la consapevolezza di trovarsi davanti a un miracolo.

Lei, la sorella della nonna speciale che ci ha lasciati proprio mentre ero incinta e non ha fatto in tempo a conoscere Simone. La nonna che mi ha regalato lo zoccoletto di legno, che tanto sapeva di premonizione. La nonna di Lui. E la sorella le somiglia tanto, così dolce e profumosa di buono. La tenerezza non si può descrivere, ma penso che questa immagine, essere riuscita a catturare questo momento unico, un po' si avvicini all'emozione che sta sotto, dietro, dentro certi attimi. La bellezza nella sua accezione più alta e pura. 

E Simone lì, a godersi quell'abbraccio antico, quella voce dolce come una cantilena, rapito dal suo sguardo è rimasto a farsi coccolare, lui che adesso è diventato l'Incontenibile Esploratore di Ognianfratto.

Poi ci sono state le gite, siamo stati al Lago Trasimeno, noi tre con zia Sissi (la sorella di Lui). E' stato il primo giorno di freddo vero, invernale, di quello che fa battere i denti e stringere i pugni e siamo andati ad incontrarlo proprio lì, dove si fa sentire più forte.



E non a caso abbiamo scelto il lago, perchè Simone ama l'acqua come fosse una prosecuzione di sé, un braccio, una mano. Quando la vede non sa resistere, ne è attratto alla follia. Non conta quanti gradi ci siano dentro, o fuori, lui deve tuffarsi. Entrare, bagnarsi, immergersi proprio. Lo ha fatto in Sardegna, quando a mollo nel mare gelido c'erano solo lui e i tedeschi e l'ha rifatto lì al lago. Deve essere tenuto, accompagnato a toccare l'acqua perché altrimenti lui ci si butta dentro.

E poi i tentativi di portarlo via e le sue proteste, violente e rumorose. Perché adesso sa cosa vuole e lo pretende, forte e chiaro. Perché i capricci sono parte di questa età, quella in cui non si conoscono ragioni, ma solo voglie e desideri da soddisfare. E subito pure!

Così lo abbiamo portato a scorrazzare libero su al paese, a Castiglion del lago. Che adesso è la fase denominata: 'Levate proprio', altrimenti detta 'So camminare da solo, so dove voglio andare, perciò non osare sfiorarmi. O sono cazzi. Amari'. 


Le foto che seguono sono state scattate in un ristorantino scelto a caso. Simone ormai sta seduto e mangia come uno grande e in entrambe le attività si dimostra essere molto a suo agio, gli viene bene così, spontaneo, da sempre. L'unica pecca è che quando ha finito (a volte anche nel bel mezzo se l'ambiente merita tutta la sua attenzione) vuole scendere. Si avete letto bene: VUOLE. Perciò '...non osate sfiorarmi, oppure so cazzi, amari proprio'. E così va in giro a fare i danni, sicché mangiare o fare aperitivi non è più così rilassante come quando stava buono nel passeggino o nel seggiolone. In quei giorni infatti ci è nata l'idea di evitare i posti chiusi come la peste e dedicarci a questo tipo di svago solo quando il pupo è coi nonni. Altrimenti si chiama stress.

Poi si è affacciato alla finestra e io sono felice di aver superato la pigrizia, aver affrontato con coraggio i pinguini ed essere uscita, perché questo è lo spettacolo che mi ha regalato mio figlio. Gliene sarò grata a vita. A lui, ma anche al padre, che si è unito allo show.



Il giorno dopo siamo saliti di quota e abbiamo portato l'Impavido Simon a vedere un po' di natura selvaggia - ovvero a farlo stancare e sfogare, come si fa coi cani di taglia grossa. Ebbene ci ha tenuto testa alla grande il tipetto! Si faceva certe salitelle senza battere ciglio e soprattutto senza perdere mai il sorriso. E' un grande lui.



Le ultime foto le voglio lasciare come ricordo di una serata nata per caso, ma riuscita come se fosse stata organizzata da tempo. Siamo andati a festeggiare il capodanno a casa di una ragazza che ho conosciuto tramite il blog, ma che col tempo è diventata molto di più. Adesso, cara Kiki, visto che hai magnato a casa mia, io ho magnato a casa tua, insomma amo magnato assieme, a Roma se pò dì che ormai se conoscemo bene, perciò te posso chiamà proprio Amica Mia!Quella sera ben due pupe attendevano l'arrivo di Simon Le Bon, una era Adele, la fidanzatina ufficiale (tutte le altre sono ufficiose, ma lei è tra le preferite hi hi hi), accompagnata dalla figlia della coppia di amici di Kiki e Mister F.Per l'occasione ho fatto indossare al Piccolo Lord una mise degna del grande evento, regalo della nonna.

Ed eccolo qui, beato tra le donne. Devo dire che è stato proprio un gentleman, non ha mostrato preferenze e ha elargito attenzioni e sorrisoni a tutte e due le principesse.

Qui invece è con la sua fidanzatina Adele
E qui con Pedro Pedrotti, l'altro inquilino di casa, paziente e pacioso supervisore dei bimbi.

Questa foto l'ho voluta mettere invece perché rappresenta lo spirito collaborativo che anima incontri di questo tipo, tra coppie coi figli. Che quando sei genitore, lo sei sempre, in ogni occasione e con ogni bambino. Quando si sta tutti insieme non c'è mio figlio o tuo figlio. Ci si prende cura di tutti, si ha un occhio e un orecchio vigile per ognuno, come fossero i tuoi. E così anche il mocciolo di uno di loro può diventare una meravigliosa e incredibile occasione di aggregazione e svago. Buahahahaha!

Poi è arrivato il momento dei botti! La mezzanotte, i fuochi alla finestra, Mr F che aveva comprato le lanterne da far volare, ma per il troppo vento la prima è sparita dalla vista in un nano secondo, diretta pericolosamente a destra e poi oltre, verso l'ignoto. E così abbiamo ripiegato sulle simpaticissime candele romane. Non so se le conoscete, io le ho viste lì per la prima volta. Come attenuante per l'ignoranza posso dire che non sono un'amante dei botti, anzi sono una fifona, manco le miccette, per dire. Come ve le spiego? Ah si, sono come delle lunghe candele - ma và! - che però hanno come particolarità il fatto che fanno delle scorregge luminose e rumorose. Si perché scoppiano a singhiozzi.


Lo sguardo rapito e sognante di mio figlio, ormai sulla via del sonno, che ammira i fuochi nel cielo di Roma.

E venne anche l'1, momento magico in cui mio figlio ha iniziato a spegnersi definitivamente - come potete vedere dallo sguardo assente, vacuo e apatico che riserva a Adele in risposta ai suoi tentativi di ricevere attenzione. Da lì in poi sono crollati uno dietro l'altro tutti e tre i pargoli e noi adulti ci siamo messi a fare le cose che fanno i grandi quando i figli non ci sono. Abbiamo continuato a bere, a bere, a bere, ma anche a chiacchierare, ma un po' più rilassati, rallentati, svaccati come si dice a Roma, godendo dei brevi sprazzi di pace tra un lamento e un pianto.
E che vi credete, che i bambini dormono? No-o. Ve l'ho già detto. I bambini fanno brevi riposini.
Quelli che dormono non esistono. NON esistono.

Qui potete ammirare Mr F alle prese col le famosisssime candele romane :)

Buon anno a tutti. Che sia ricco di voi, l'immagine calzante, lo specchio luccicante di quello che siete e desiderate. Che vi somigli, il più possibile.Postilla: c'è anche dell'altro, da non crederci eh. Vi avevo avvisato che sono state vacanze molto molto ricche. C'è stato il mio sguardo nuovo sul mondo, io che riesco a fare foto che non hanno come soggetto solo Simone, sempre Simone, ma altro. Altro. E poi c'è stato il viaggetto a Lucca, noi tre soli. Ma questa è un'altra storia, per la quale preparerò due post. Ah allora stamo freschi, co sti chiari de luna come minimo ce metti altri due mesi.Abbiate fede. E pazienza. E clemenza. E come direbbe Totò, anche adiacenza :)