Non è una novità che quando mancano dei titolari, per motivi tecnici o più probabilmente di salute, c’è spazio per le riserve e spesso ci sono giocatori che accelerano il loro percorso di crescita ed esplodono. Fu il caso di Darren Collison agli Hornets in contumacia Paul, o quello di Avery Bradley lo scorso anno ai Celtics, che venne lanciato per l’infortunio di Allen e non perse più il posto. Di tutt’altra portata però è la questione riguardante Paul George. Con l’infortunio di Danny Granger, gli Indiana Pacers hanno investito lui, già molto interessante, del ruolo di prima opzione sul perimetro, e PG ha risposto alla grandissima.
Granger non ha mai giocato in questa stagione a causa di un problema al ginocchio sinistro e così coach Vogel ha lanciato George nella posizione di ala piccola titolare, più congeniale, visto che l’anno passato era dirottato in guardia. La prima scelta (numero 10 del Draft 2010) da Fresno State, arrivato in sordina come capitò a Granger, è cresciuto nel gioco perimetrale: il suo tiro da tre è molto affidabile e lo esegue con consapevolezza. Questo è fondamentale per un giocatore esplosivo e dal grande atletismo. Quest’anno gioca quasi 7 minuti in più di media, ha aumentato i punti (16.7 contro 12), i rimbalzi e gli assist, ma tira con le stesse percentuali (42% da due e 38% da tre) nonostante abbia di più la palla in mano e più pressione. Solo cinque volte non è andato in doppia cifra.
George, che molti si ricorderanno per la prova allo Slam Dunk Contest di Orlando, nel 2012, quando schiacciò nel buio della Amway Arena con una tuta fluorescente, non è assolutamente solo un grande atleta e schiacciatore, anzi. I 29 punti rifilati ai Miami Heat l’altra notte sono solo la punta dell’iceberg per un ragazzo destinato a concorrere decisamente per il premio di Giocatore Più Migliorato. Tra l’altro ha anche cancellato il nome di Reggie Miller, sì quel Miller della Hall of Fame, dalla storia dei Pacers: il 21 novembre 2012, nella vittoria contro gli Hornets, ha realizzato 37 punti, career high, con 9 su 13 dall’arco, nuovo record di franchigia per triple realizzate.
A questo punto della stagione, con i Pacers lanciati verso il titolo della Central Division, appare complicato reinserire Granger, visto che Vogel ha trovato equilibrio con George da ala piccola, West e Hibbert intoccabili lunghi, Stephenson in guardia e George Hill a portare palla. Non è impossibile pensare ad una trade per Granger, magari per un play-guardia di alto livello, uno alla Tyreke Evans, o per un’ala forte giovane, tipo Paul Millsap. Anche perchè bisogna fare un discorso salariale: al termine di questa stagione David West è free agent (libera 10 milioni) mentre al termine della prossima lo stesso Granger libererà 14 milioni ma c’è da rifirmare George, che è ancora nel contratto da matricola. A Indianapolis bisogna riflettere bene sul presente e sul futuro, contando inevitabilmente sul sempre più travolgente Paul George.