Magazine Cucina
Un'eternità.
Un giorno.
Avevo da poco aperto la mia attività. Mi sarei sposata di lì ad un anno.
Due dei miei soci avevano portato la Bosnia nel nostro ufficio, curando la redazione di un libro che raccoglieva storie dell'assedio di Sarajevo scritte da grandi giornalisti italiani. Quel poco che so della Bosnia, l'ho appreso da quelle pagine, trasudanti orrore, indignazione, lacrime, stupore, speranza.
E molto altro che noi tutti, così lontani ma paradossalmente vicini a quella terra, non potremo mai veramente capire fino in fondo.
Incomprensibile come le guerre. Difficile come riuscire a leggere le parole di Annamaria sulle donne di Bratunac senza provare uno strappo terribile e subito dopo poter credere alla possibilità di una rinascita, di un riscatto.
Ma la speranza non muore, così come non cede la forza delle donne, il loro spirito indomito che ha insito nel profondo una primaria e grande missione: quella di dare la vita.
Di creare, e non parliamo solo di figli, ma di opportunità, di coraggio, di piccole e grandi imprese, di tappeti volanti verso il futuro.
In questa giornata ipocritamente dedicata all'altra metà del cielo, come se non esistesse altra occasione per celebrare la forza delle donne, centinaia di blogger colorano di rosso lampone l'etere, ricordando come le meravigliose donne di Bratunac siano ripartite da lì, da un piccolo frutto di bosco per rimettere insieme i pezzi delle loro vite e della loro dignità.
L'emozione con cui partecipo a questa iniziativa è difficilmente quantificabile.
Ma si fonde ad un prepotente senso di orgoglio e privilegio derivato dalla consapevolezza che l'etere moltiplica le voci di chi vuole farsi sentire, e di voci oggi se ne levano tante, in uno stupendo coro di sorellanza.
Con questa iniziativa, i food blogger che aderiscono a "unlamponelcuore" intendono far conoscere il progetto "lamponi di pace" della Cooperativa Agricola Insieme , nata nel giugno del 2003 per favorire il ritorno a casa delle donne di Bratunac, dopo la deportazione successiva al massacro di Srebrenica, nel quale le truppe di Radko Mladic uccisero tutti i loro mariti e i loro figli maschi.
Per aiutare e sostenere il rientro nelle loro terre devastate dalla guerra civile, dopo circa dieci anni di permanenza nei campi profughi, è nato questo progetto, mirato a riattivare un sistema di microeconomia basato sul recupero dell'antica coltura dei lamponi e sull'organizzazione delle famiglie in piccole cooperative, al fine di ricostruire la trama di un tessuto sociale fondato sull'aiuto reciproco, sul mutuo sostegno e sulla collaborazione di tutti.
A distanza di oltre dieci anni dall'inaugurazione del progetto, il sogno di questa cooperativa è diventato una realtà viva e vitale, capace di vita autonoma e simbolo concreto della trasformazione della parola "ritorno" nella scelta del "restare".
Aiutiamo le donne di Bratunac acquistando i Lamponi di pace e le confetture della Cooperativa Agricola Insieme.
In onore di queste donne, ho voluto scegliere una ricetta dal nome simbolico: il pain perdu. Un nome che mi ha sempre affascinato per il suo suono dolce e malinconico: pane perduto. Un pane che in realtà non si è mai perso, e che trova nella sua seconda vita, il suo momento migliore. Esattamente come le donne di Bratunac, che tornano a nuova vita ritrovando il loro posto nella loro terra.
Il pain perdu è un'invenzione francese ma fa parte di quell'immensità di ricette di recupero in cui il pane è protagonista.
La sacralità di questo alimento fa si che non si possa pensare di disfarsene gettandolo quando orami vecchio e indurito.
I francesi sono maestri nella preparazione di pani speciali e di alta pasticceria e siccome il pan brioche è un misto fra i due, di certo era impensabile di sprecare una cosa così buona solo perché passata.
Allora che fare?
Un goccio di latte, uova, burro e via che una fetta di pane raffermo si trasforma nella colazione perfetta.
Accompagnato da una composta aromatica di lamponi, poi, è assolutamente l'estasi.
Si parte ovviamente dalla preparazione del pan brioche, per il quale ho utilizzato una ricetta che non prevede zucchero.
Non volevo un pane dolce, ma una brioche fragrante, morbida e lievemente profumata di miele.
Per l'aroma, la composta di lamponi si prenderà tutto il merito.
Ho usato una ricetta molto bella trovata qui, che ho modificato leggermente.
Un lievitato maestoso, che vi darà un'incredibile soddisfazione.
Ingredienti per uno stampo a cerniera rotondo da 26 cm di diametro
Per il pan brioche
350 g di Manitoba
350 g di farina 00
10 g di lievito di birra
350 g di latte parzialmente scremato
120 g di burro a temperatura ambiente
2 uova grandi a temperatura ambiente
1 cucchiaio di miele millefiori + 1 cucchiaino
un tuorlo
un cucchiaio di latte
un cucchiaino di sale
Per la composta di lamponi
250 g di lamponi
100 g di zucchero a velo
1 rametto di timo
1 cucchiaino di succo di limone
Per il pain perdu (per 4 persone)
1 uovo
250 ml di latte
1 cucchiaio di zucchero
4 fette di pan brioche
1 cucchiaio di burro
PREPARATE IL PAN BRIOCHE
Intiepidite il latte e scioglietevi dentro il lievito di birra ed il cucchiaino di miele
Attendete 10 minuti affinché il lievito si attivi. Quando avrà fatto la schiumina in superficie, sarà pronto
Nella ciotola della planetaria miscelate le due farine.
Formate una fontana e cominciate a versare il latte con il lievito ed attivate la planetaria con il gancio a bassa velocità.
Impastate e continuate a versare il latte fino ad esaurirlo.
Impastate per qualche minuto poi aggiungete il sale quindi il primo uovo.
Impastate fino a che non è incorporato bene, poi aggiungete il secondo.
Continuate ad impastare qualche istante, poi aggiungete il miele.
Quando anche questo sarà incorporato, cominciate ad aggiungere il burro a fiocchetti piano piano continuando ad impastare a velocità media, fino ad esaurimento del burro.
Lasciate che la planetaria lavori l'impasto per almeno una decina di minuti, fino a che si staccherà dalle pareti lasciandole lucide e pulite, ed avrà una consistenza liscia ed elastica.
Io ho smesso di impastare solo quando l'impasto ha superato la prova del velo.
Mettete l'impasto in una ciotola oleata e fatelo lievitare per un paio d'ore coperta con una pellicola (io l'ho messa in forno con la luce accesa).
Una volta raddoppiato il volume dell'impasto, rovesciatelo su una spianatoia e sgonfiatelo con delicatezza, quindi impastatelo a mano per qualche minuto.
Ricavate un rotolo che dividerete in 3 pezzi di uguale peso.
Allungate ogni pezzo cercando di ottenere 3 cilindri lunghi c.ca 50 cm, unite i tre capi ed intrecciateli con delicatezza.
Dopo aver imburrato la tortiera, sistematevi la treccia di pasta brioche facendo combaciare l'inizio e la fine della vostra treccia.
Rimettete la tortiera in forno con la luce accesa e lasciate lievitare ancora per non meno di un'ora.
Quando toccando l'impasto, questo riprenderà la sua forma velocemente senza lasciare impronta, sarà pronto per la cottura.
Spennellatelo bene con un tuorlo d'uovo sbattuto con un po' di latte, quindi mettetelo in forno a 180°C per 35/40 minuti.
Quando sarà ben dorato e gonfio, togliete da forno e lasciate raffreddare una decina di minuti su una griglia.
Toglietelo dallo stampo e fatelo raffreddare completamente.
Per il pain perdu utilizzate delle fette di pan brioche di almeno 2 giorni.
Preparate la composta di lamponi, mettendo i lamponi in un pentolino dal fondo spesso insieme allo zucchero ed al limone. Quando lo zuccherò sarà sciolto, aggiungete le foglioline di timo strappate dal rametto.
A fiamma bassa, fate cuocere per 15 minuti, fino a che non otterrete una composta lucida e fluida.
Fate raffreddare.
Sbattete l'uovo con il latte e lo zucchero in una scodella.
Mettete la fetta di pan brioche nel composto liquido ed immergetela su tutti e due i lati per qualche istante.
Fate sciogliere il burro in una padella antiaderente a temperatura media quindi aggiungete le fette di pane facendole cuocere per 2 o 3 minuti fino a quando non saranno dorati e fragranti.
Ancora caldi sistemateli sui piatti di servizio e versatevi la composta aromatica. Mangiate subito.
La composta si conserva ottimamente per oltre una settimana in contenitori ermetici.
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