Gli studenti del "Collettivo del terzo piano" di Palazzo nuovo hanno messo in atto una protesta provocatoria contro il caro libri. In Università sventola uno striscione dalle scritte rosse e nere: "Trenta euro per il libro dell'esame? Anche no! Non comprare, fotocopia!" Accanto a un'emblematica fotocopiatrice e a una lavagna c'è la scritta: "Non comprate libri: i testi per gli esami ve li fotocopiamo noi." La fotocopia dei volumi non è nuova in Università: è una pratica comune adottata dagli studenti per ammortizzare i costi di libri che, magari, serviranno solo per un esame. Da anni, quindi, girano per PN libri fotocopiati, con spesso la disapprovazione dei docenti. La protesta coinvolge attivamente tutti i frequentatori di Palazzo Nuovo, proprio per dimostrare ciò che sostiene uno degli studenti del collettivo: "Parlano tutti di crisi economica ma nessuno pensa a quanto i tempi siano tristi anche per le tasche degli studenti." Infatti, la lavagna tra le fotocopiatrici piazzate nell'atrio di PN non è affatto casuale. Tutti gli studenti sono invitati a segnare sulla superficie nera, letteralmente nero su bianco, titolo e prezzo dei libri universitari più costosi richiesti dai docenti. Il triste "vincitore" è un manuale di psicologia, che sfiora la cifra di ben 165 euro. Il messaggio è chiaro: i libri originali sono troppo cari, le fotocopie no. La protesta non basa le sue fondamenta solo sull'acquisto pressoché obbligato di libri originali e (in certi casi molto) costosi, ma anche di comportamenti dei docenti: ci sono alcuni che pretendono l'ultima edizione uscita del volume (impedendo quindi la proliferazione di fotocopie e rendendo pressoché inutili anche i libri di seconda mano), altri che firmano la prima pagina, rendendo vano anche il passaggio di un libro di mano in mano cinque minuti prima dell'esame, altri ancora che vogliono vedere i libri originali sul tavolo durante l'orale. Le ragioni della protesta sono quindi non solo meramente economiche (anche se sicuramente è una delle motivazioni principali), ma anche ideologiche e, per quanto possa risultare ironico parlando di libri fotocopiati, etiche. Secondo il giurista Ricolfi, docente di diritto commerciale: "E' un atteggiamento scorretto: chi sta dietro la cattedra non ha diritto di sapere su quali pagine sia stato lo studente: nuove, di seconda mano o fotocopie." Aggiunge inoltre l'auspicabile utilizzo di libri di testo in formato ebook. Alcuni volumi sono già scaricabili dalla rete, e talvolta sono i docenti stessi a fornire i link agli studenti, ma è un fatto comunque raro e isolato.
Gli studenti hanno quindi deciso di raccogliere anche delle firme, che, secondo lo studente Silvestro Pacifico, "tra studenti e professori, vogliamo mandare [...] al rettore Gianmaria Ajani." La raccolta è allegata ad alcune richieste di soluzioni applicabili, tra cui "redigere dispense sostitutive dei libri di testo, ottenere l'acquisto di un certo numero di libri da parte dell'Università oppure 'chiedere che ci venga data la possibilità di preparare esami anche su libri non nuovi'". Per quanto anche alcuni docenti siano d'accordo con la protesta, è comunque da ricordare che gli studenti rischiano di venire accusati per violazione del diritto d'autore. È una pratica non nuova per i dintorni di via Sant'Ottavio: infatti, nei mesi passati, alcune copisterie sono state chiuse a causa del commercio di libri fotocopiati.
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Palazzo Nuovo: protesta contro il caro libri, a favore delle fotocopie
Creato il 05 marzo 2014 da Retrò Online Magazine @retr_onlinePossono interessarti anche questi articoli :
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