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Pallagrello Rosso

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Pallagrello Rosso

La varietà


Il Pallagrello Rosso detto anche Pallarello è un vitigno autoctono dell'area casertana e il suo nome indica nel dialetto del luogo la forma rotonda e piccola degli acini. È un vitigno che presenta sia bacche bianche che rosse.

Nativo delle colline caiatine era molto conosciuto già in epoca romana e la sua notorietà perdurò fino a tutto l'Ottocento quando i Borboni ne vinificavano abbondanti e apprezzate quantità e lo consideravano come un vino di pregio chiamato Piedimonte rosso, vanto da esibire in concorrenza con i più famosi vini francesi.

La crisi del vitigno si ebbe, come per molte altre varietà, alle epidemie di oidio e fillossera che colpirono la regione all'inizio del novecento, seguite poi dalle note problematiche economiche che affliggono il sud dell'Italia dall'unificazione ad oggi. Caduto in disgrazia il Pallagrello venne impiegato come uva da taglio nelle produzioni artigianali, per essere riscoperto solo negli anni 90 grazie ad alcuni appassionati Casertani.

Il vitigno è coltivato soprattutto a Caiazzo, Castel Campagnano e Castel di Sasso, oltre che nell'area storica di Piedimonte. Ama i terreni argillosi e le quote tra i 200 e i 350 metri a ridosso dei monti del Taburno e del Matese. Ha un'ottima vigoria ed è molto resistente alla siccità e alla muffa. Fornisce resa di 7-8 tonnellate per ettaro, ottimali per produzioni di alta qualità.

I vini del Pallagrello Rosso


Il Pallagrello Rosso vinificato in purezza fornisce potenza e grande struttura al vino, con belle colorazioni rubino denso. Gli aromi sono profondi con aperture balsamiche a preludio dei frutti di bosco, del pepe verde e del cioccolato. Splendido il palato, morbido e vellutato con un lungo finale aromatico che lascia una lenta PAI speziata con note di more e mirtilli. Fa parte del IGT Terre del Volturno.

I produttori


Ottimo nelle sue vinificazioni in purezza il Pallagrello si segnala anche in assemblaggio come nel Erta dei Ciliegi di Viticoltori di Casavecchia, dove contribuisce con il 70 per cento ad un vino rubino luminoso, di grande impatto olfattivo con frutti rossi e fiori freschi seguiti da toni finali di mandorle anche in bocca, dove è vivace e fresco per i rigatoni al sugo di salsiccia.

Buono il Palagrello Nero di Castello Ducale, con ciliegia matura leggermente speziata, un vino semplice per le tagliatelle al ragù.

Ma è con il Marinè Riserva di Tenuta Castello di Campagnano che la purezza del Pallagrello si esprime in un grande vino alcolico di un bel rubino carico. Aprono gli intensi profumi dell'amarena e del pepe nero, seguiti dal tabacco e dalla liquirizia, finiti con cacao ed eucalipto. Di gran corpo, morbido ed elegantemente tannico, è un ottimo vino per la polenta con le beccacce. Sempre da questa azienda un altro Pallagrello puro nel Nigresco rubino con prugna fresca e fiori di campo in compagnia dell'humus, della felce, con un palato secco e di corpo, per gli involtini al sugo.

In assemblaggio il Pallagrello si esprime in un grande Vigna Piancastelli di Terre del Principe. 70 per cento di vitigno per questo rubino quasi nero con frutta matura, liquirizia, cuoio e terra bagnata. Caldo e potente al palato per accompagnamenti con i brasati. Da provare anche l'Ambruco, con tonalità porpora, fruttato e balsamico, leggermente floreale a associare alle costate di manzo.

Un ottimo Pallagrello viene vinificato anche da Vestini Campagnano, rubino carico ed eleganti profumi di spezie e note balsamiche. Complessità espressa anche con l'amarena e il ribes con un palato tannico e persistente da provare con le pappardelle al sugo di lepre.


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