Caso grave di euro-orchite
...la mia saggia mamma ha cercato sempre di instillarmi il principio (da me purtroppo non sempre e non completamente assimilato), che "chi si loda, si imbroda"... Principio valido sempre, ma in modo particolare quando c'è una evidente discrasia fra la percezione che di noi abbiamo noi stessi, e la percezione che di noi hanno gli altri.
Ora, quando un politico come Enrico Letta (noto anche come "Il Nipote") caratterizza la propria azione politica per una serie continua di cedimenti e di calamenti di braghe (IMU, mancata iniziativa sul Porcellum, accettazione nell'esecutivo di nomi impresentabili, "bacio della pantofola" alla Merkel 5 minuti dopo aver ricevuto la fiducia, accettazione senza se e senza ma di idiozie come la costituzionalizzazione della parità di bilancio - unico paese in Europa - e dell'inapplicabile e folle fiscal-compact) rivendica non già il possesso di "palle d'acciaio", ma addirittura una attribuzione corale, esterna, autorevole di questa "virtù" da parte di altri, la risata corale è in agguato.
Peccato. A volte basta la minchiata di un attimo, per vanificare tentativi - durati per mesi e mesi - di auto-conferirsi una certa immagine di serietà.
No, Caro Letta. Non ci siamo. C'era già stato tale Umberto Bossi col "celodurismo", adesso arriva lei con le "biglie d'acciaio". La differenza? Bossi SI ATTRIBUIVA da solo una certa forma di priapismo. Lei cerca di convincerci che in Europa in questi giorni tutti i leaders non facciano altro che parlare della sua orchite. Se c'è, è frutto di "autocertificazione". Personalmente, pur seguendo abbastanza la stampa estera, non ho mai letto di nessun leader politico europeo che le abbia attribuito delle "palle d'acciaio".
Quindi la sua uscita rischia di farla passare alla storia - attraverso la satira - come colui che pensava di avere le palle (d'acciaio), e invece le raccontava soltanto. Scelte male, raccontate peggio. E grosso rischio di restarne soffocati
Tafanus
Di acciaio o di velluto, quando le palle 'girano' in politica
Roma - (Adnkronos) - La frase di Letta ''In Ue dicono che ho le palle d'acciaio...'' in poche ore apre le prime pagine dei siti on line e fa il giro dei social network. Ma non è la prima volta che gli 'attributi' irrompono nel dibattito politico''Dicono che ho le palle d'acciaio...''. In una intervista all'Irish Times Enrico Letta rivela quello che le cancellerie europee pensano di lui dopo aver incassato la fiducia il 2 ottobre scorso, uscendo vittorioso dallo scontro frontale in Parlamento con Silvio Berlusconi. Per la precisione il quotidiano irlandese traduce l'espressione italiana in 'balls of steel', suscitando l'immediata reazione del Pdl (''i lavoratori dell'Ilva, se potessero, gliele fonderebbero all'istante'') e l'ironia di Beppe Grillo che dedica al premier un hashtag ad hoc.
In poche ore la frase del presidente del Consiglio apre le prime pagine dei siti on line e fa il giro dei social network. Ma non è la prima volta che gli 'attributi' irrompono nel dibattito politico. Sono lontani i tempi in cui Daniela Santanché polemizzava con i colonnelli di An additandoli come ''palle di velluto''. E nel 'celodurismo' della Lega di Umberto Bossi il riferimento alle parti basse era una costante del capo.
Poco importa se si trattava di 'strapazzare' gli immigrati o il malcapitato di turno. Nel mirino del Senatur sono finiti Gianfranco Fini e Mario Monti, tra gli altri. Nel dicembre scorso, in piena polemica sulle liste pulite del Pdl, le 'palle' furono protagoniste di un verace botta e risposta tra Angelino Alfano e Marcello Dell'Utri.
Al segretario del Pdl che archiviava l'ipotesi di una sua nuova candidatura, Dell'Utri rispose secco: ''I guai del Pdl, purtroppo vengono tutti dalla incapacità di Angelino, dalla sua insipienza. Alfano non ha le palle, non c'entra niente con noi''. A maggio, Dell'Utri è tornato protagonista, stavolta con un complimento rivolto proprio a Letta, nel frattempo traslocato a Palazzo Chigi: ''Letta? Ha le palle'', è ''l'unica possibilità che abbiamo, la migliore figura possibile'', disse.
Nel panorama delle citazioni colorite non poteva mancare Berlusconi, quando a febbraio si lanciò in una imitazione di Pierluigi Bersani: ''Questo Berlusconi, ogni giorno se ne inventa una, ma perché non vai in pensione invece di romperci le palle a noi?''. Nella storia, però, rimane la 'variante' più pittoresca: ''Chi vota a sinistra è un c...'', sbottò nella campagna elettorale del 2006. Per poi fare il bis nel maggio del 2011.
L'espressione non è a uso esclusivo degli uomini. Anzi, il falco pidiellino Daniela Santanché, non nuova a esternazioni un po' sopra le righe, ha 'tirato fuori gli attributi' il giorno successivo alla condanna in Cassazione di Berlusconi per frode fiscale nell'ambito della vicenda Mediaset. ''L'avete condannato? Pensate che la sentenza sia giusta e non politica? Abbiate le palle di mettere Berlusconi in galera'', ha tuonato la pasionaria pidiellina.
Santanché salì agli onori della cronaca anche quando diede del ''palle di velluto'' prima ai colonnelli di An troppo arrendevoli verso Fini e poi allo stesso leader di via della Scrofa. Il falco pidiellino usò più o meno la stessa espressione anche per punzecchiare l'ex pm Antonio Ingroia, candidato premier a capo della lista Rivoluzione Civile alle ultime politiche: '''Ingroia mi sta sulle palle per quello che ha fatto. Se non supera lo sbarramento, torna in magistratura e mette sotto inchiesta altri di noi e giu' con la galera...''.
Anche un intellettuale di sinistra come Massimo Cacciari è arrivato a citare gli 'attributi' per esprimere un giudizio sulle vicende giudiziarie del Cav. E' accaduto questa estate, quando l'ex sindaco di Venezia sentenziò: ''Cinicamente, mi auguro che assolvano Berlusconi da tutto, perché tanto, politicamente, è una persona che ci siamo già tolti dalle palle...''.