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Siamo abbastanza assuefatti alla ripetizione ciclica di questa ritualità del capro espiatorio, mutuata dalle società tribali ed adottata dal M5s: questa volta tocca a Paola Pinna ed a Massimo Artini.
Come è possibile comprendere, ma anche leggere nei manuali di antropologia, l'espulsione, in taluni casi seguita dalla caccia e dalla uccisione del capro espiatorio designato, era in certe società primitive un modo per convogliare e scaricare la rabbia (indipendentemente dalle sue cause) del gruppo in modo da renderlo più coeso ed al tempo stesso anche un modo per scoraggiare conflitti e disobbedienze esibendo l'esempio di cosa sarebbe accaduto ai designati. La tecnica sortiva contemporaneamente diversi effetti: solidarizzava il gruppo nell'alleanza del sistema "coalizione contro" inoltre funzionava da scarico e catarsi dei sentimenti di rabbia, frustrazione e ribellione ed infine funzionava da strumento di intimidazione ed esibizione di potenza.
Naturalmente anche nelle società tribali il cerimoniale della designazione del capro espiatorio si prestava a manipolazioni, mistificazioni e strumentalizzazioni da parte dei potenti e leader religiosi e/o politici del gruppo: intanto la possibilità di scaricare l'aggressività sul capo designato bastava a distoglierla dal potente stesso ed inoltre serviva a spostare l'attenzione da qualcosa di importante a qualcosa di funzionale agli scopi del leader. In quest'ottica si comprende anche che non sempre i motivi, ovvero la trasgressione di cui il capro espiatorio veniva accusato coincideva effettivamente con gli interessi e le ragioni reali per cui i leader avevano bisogno di eliminare e liberarsi di quel dato membro. Anche questo, come altri aspetti, lo si ritrova nelle dinamiche odierne.
Una rapida occhiata alla pagina facebook di Paola Pinna consente di visualizzare l'ultimo post prima della bufera, datato 25 novembre, quello intitolato Elezioni: ora di fermarsi e riflettere.
I contenuti di questo post sono fortemente critici rispetto all'operato politico del M5s, vi si leggono cose come:
"(...) e noi in cambio siamo diventati la macchietta di noi stessi, tutti intenti a rendicontare ed a dire di no, mentre altri usavano le nostre idee e le nostre istanze (...) e così finisce che abbiamo perso tutti (...)"
Insomma una critica profonda ed una condanna di quella politica del M5s fatta solo di distruttività ed incapacità di confrontarsi con chicchessia, sicché la parlamentare conclude:
"O si cambia o da maschera antigas contro la puzza si finisce per diventare l'ennesima inutile mascherina soffocante che non ti salva, ma ti provoca solo ulteriore fastidio".
Non è difficile capire che se il giorno dopo arriva il sondaggio (chiamiamolo così) per l'espulsione la ragione sta nella posizione critica di dissidenza espressa dalla Pinna. Naturalmente questo non si può esplicitare: il capro espiatorio va denigrato ed etichettato come indegno: dunque la Pinna e con lei Artini non avrebbero restituito lo stipendio.
Entrambi i parlamentari accusati si difendono e Paola Pinna ha pubblicato sulla sua pagina le foto dei versamenti fatti al fondo di garanzia per le PMI ed alla caritas, ma... anche su questo giungono lumi dal sito di Beppe Grillo: da quanto si legge è possibile comprendere che nel blog di Grillo si accusano i due parlamentari non tanto del fatto di non avere devoluto parte del proprio stipendio, quanto di non averlo consegnato ad una certa dirigenza del M5s che si occuperebbe (con modalità gestionali certo non pubbliche) di finanziare le piccole iniziative imprenditoriali dei disoccupati.
Quali disoccupati? C'è una graduatoria? Quali i criteri di selezione? Esistono criteri obiettivi o si richiede solo la completa acquiescenza? Vengono pubblicati dei rendiconti? Ma quale era il contratto iniziale dei candidati M5s? Ti finanzio e sostengo la candidatura se ti impegni a darmi indietro lo stipendio senza chiedermene conto? Possibile?
A voler essere ottimisti si direbbe che la cosa non è chiara, ma con un pò di ottimismo in meno ed un pizzico di realismo in più la cosa sembra fin troppo chiara...
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