Il lavoro e la dignità umana nella visita pastorale a Torino
Per due giorni Papa Francesco sarà a Torino. Una visita pastorale in una città che sta soffrendo la crisi e cerca quella luce che getti alle spalle il buio della recessione. Nelle parole del Papa si è avvertita spesso la solidarietà ai disoccupati, ai cassintegrati e a quanti oggigiorno sono alle prese con le difficoltà del lavoro che viene a mancare. Ha affrontato poi il tema dell’immigrazione, che in questi ultimi giorni ha visto per l’Italia una notevole impennata per i flussi in entrata. “Non colpevolizziamo i migranti” ha fatto sapere Papa Francesco, “Sono delle vittime”. Il discorso del pontefice ha chiarito l’emergenza in atto per il nostro Paese, insieme alla necessità di “non voltare dall’altra parte la faccia, ma affrontare la vita con la dovuta coerenza”.
Il lavoro e la dignità umana, un binomio assai caro al Papa argentino. “Non possiamo negare il lavoro. Il lavoro è necessario per la dignità della persona umana”. Un’affermazione che mette al centro il concetto cristiano di persona, nella sua schietta individualità e nella sua assoluta concretezza. All’uomo, insomma, non possiamo negare il lavoro. Negheremmo la sua dignità, che è parte integrante dell’essere persona. “Il lavoro non è necessario solo per l’economia” ha affermato Papa Bergoglio, “Ha pure un suo risvolto di inclusione sociale, che non possiamo tacere”. Il mondo del lavoro sarà il primo tema trattato dal pontefice nella sua visita pastorale di due giorni a Torino, vista come “uno storico polo di attrazione lavorativa”. Una realtà segnata dalla crisi economica che ha incrementato le disuguaglianze sociali e finanziarie, le quali hanno procurato delle conseguenze nella dimensione privata. “Ci sono persone impoverite che sopravvivono fra i problemi di casa, salute, istruzione e beni primari” ha rivelato il Papa, richiamando l’attenzione dei vertici del mondo del lavoro.
La vicinanza del pontefice è poi andata ai giovani, che non vogliono e non devono essere ritenuti delle pedine marginali per uscire dalla crisi di questo momento storico. “Così come gli anziani sono la memoria del tempo,” ha proseguito il Papa, “i giovani sono coloro che conoscono le strade di oggi”. Una collaborazione fra generazioni che darà i frutti nella ricerca di una luce oltre l’abisso. “Son vicino agli imprenditori e agli artigiani e a quanti fanno più fatica per tirare avanti”. Tornando poi al tema degli immigrati, Papa Francesco ha confessato di provare una profonda tristezza nel “vedere lo spettacolo di questi giorni in cui esseri umani vengono trattati come merce”. Se da un lato l’immigrazione incrementa la competizione nel contesto di lavoro, i migranti non possono finire colpevolizzati. “Non possiamo attribuire una colpa a quanti fuggono dall’iniquità, dalle guerre e da un’economia che discrimina”.
L’Enciclica verde: l’ambiente, l’uomo, le guerre e il nucleare
Un capitolo a sé, ma ben integrato nella visita pastorale di questi due giorni a Torino, è l’Enciclica verde di Papa Francesco sulla salvaguardia del Creato. Nell’ultimo capitolo dell’enciclica il pontefice ha stilato un vademecum utile a educare gli uomini al rispetto dell’ambiente e della dignità di tutte le creature di Dio. Tra i suggerimenti del Papa, si legge di evitare l’uso di materiale plastico, di ridurre il consumo di acqua, di differenziare i rifiuti, nonché di trattare gli esseri viventi con la dovuta cura. Una parola profondamente significativa che Papa Francesco ha voluto dedicare all’ambiente, a questo clima che sta terribilmente cambiando, cercando così di sensibilizzare gli uomini alla preziosità del Creato. “Piantare alberi e spegnere le luci inutili fanno parte di una creatività generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell’essere umano” ha affermato il pontefice all’interno dell’enciclica.
Ambiente. Le colline moreniche del Lago di Garda. Photocredit: CC BY-SA 3.0/Wiki/Massimo Telò
Ha poi affrontato il tema della finanza risultando del tutto perentorio: “Il popolo ha pagato per salvare le banche”, proseguendo poi sul rischio riattualizzato delle guerre nucleari. “Non possiamo far pagare ai popoli il prezzo della crescita ad ogni costo”. Il consiglio del Papa è dunque puntare verso uno stile di vita che sappia difendere quell’ambiente in cui l’uomo stesso vive, in un rispetto reciproco e secondo una cura vicendevole. “Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria mondiale” ha detto Papa Francesco, “e con molta lentezza si impara quella del deterioramento ambientale”. Non possiamo permettere che la finanza soffochi l’economia reale. In questo senso l’inclusione sociale non può essere garantita solo e soltanto dal concetto di mercato.
E infine il tema del nucleare, che pare ormai sempre più attuale, date le pressioni della Russia ai danni dell’Europa. “La guerra causa sempre gravi danni all’ambiente,” ha sottolineato il pontefice, “e così pure alla ricchezza culturale dei popoli e all’avvenire delle nuove generazioni”. La guerra come distruzione. Il nucleare come un futuro cieco. Papa Francesco sia nell’Enciclica verde che nella visita pastorale a Torino di questi giorni, ha evidenziato la necessità urgente di rimettere al centro l’uomo con tutta la sua dignità. Un’urgenza che non può più attendere.
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