Papa Francesco con i seminaristi condanna lussi della Chiesa

Thanks to Edgar Jiménez.

Una Chiesa povera per i poveri. È il sogno di papa Francesco, è la sua missione. Durante l’incontro in Vaticano con seimila seminaristi e novizie il pontefice spiega questo suo forte desiderio: «A me fa male e ai giovani fa schifo quando si vede un prete o una suora con la macchina ultimo modello, quando si vede un prete o una suora che non sono coerenti. La coerenza è fondamentale perché la nostra testimonianza sia credibile». Parola forti che scuotono tutto l’ambiente ecclesiastico. Francesco rifiuta formalismi e mondanità, e aggiunge che «non dobbiamo aver paura di rinnovare le vecchie strutture che ci imprigionano». Il primo a dare l’esempio è proprio il papa. Ha scelto di rimanere nella residenza dove ha alloggiato durante il conclave e di non occupare il grande appartamento papale. Appena eletto, non ha voluto la croce pettorale d’oro e nemmeno l’anello a diciotto carati; nella sala Clementina il trono è stato sostituito da un semplice seggio. Niente auto blu, preferisce spostarsi a piedi perché ama il contatto con la gente, perché ama la dimensione missionaria e apostolica della Chiesa.

Papa Francesco continua il suo discorso a braccio rivolgendosi in modo specifico ai giovani seminaristi e alle novizie: «Non c’è santità nella tristezza. Santa Teresa diceva che un santo triste è un triste santo». Bergoglio non vuole vedere «suore e preti con la faccia da peperoncino inaccetto». A chi intraprende il cammino vocazionale dice: «Siate coraggiosi per pregare e andare controcorrente. Non imparate da noi che non siamo più giovani quello sport che noi, i vecchi, facciamo spesso: lo sport del lamento. Siate positivi. Siate capaci di incontrare le persone. E pregate il rosario per favore. Tenete sempre Maria con voi nella vostra casa. Avanti con gioia, coerenza, col coraggio di dire la verità di uscire da se stessi per annunciare il Vangelo».

Articolo di Alessandro Antonioli