“Quando do da mangiare a un povero, tutti mi chiamano santo. Ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo, allora tutti mi chiamano comunista”: con questa citazione di Hélder Câmara, vescovo di Recife, inizia il libro “Papa Francesco. Questa economia uccide”, a cura di Andrea Tornielli, editorialista della Stampa e coordinatore del giornale digitale Vatican Insider, e Giacomo Galeazzi, vaticanista della Stampa. Il volume propone un’intervista esclusiva con Bergoglio sul rapporto tra capitalismo e giustizia sociale – temi che saranno fortemente presenti anche nella sua prossima enciclica – e altre interviste a Ettore Gotti Tedeschi, Stefano Zamagni e Carlos Olivero, un sacerdote che opera nelle baraccopoli di Buenos Aires.
“Il mondo ricco sta scartando un’intera generazione per mantenere in vita un sistema economico che non regge più, un sistema che per sopravvivere deve fare la guerra, una guerra mondiale che ora è combattuta a pezzi”: l’attenzione di papa Francesco nei confronti delle tematiche sociali gli ha fatto guadagnare l’epiteto di “papa marxista”. Che certe dichiarazioni provengano da quotidiani finanziari (l’Economist lo ha definito “seguace di Lenin”) o da movimenti come il Tea party americano non sorprende poi tanto. Tuttavia considerando che, come affermano gli autori del libro, alla base dei ragionamenti di Bergoglio “non c’è che la radicalità evangelica dei Padri della Chiesa”, ci si stupisce maggiormente per le non poche critiche mosse dagli ambienti cattolici.
Molti attacchi arrivano in effetti dal mondo conservatore americano, che accusa Bergoglio di infrangere l’accordo in qualche modo sancito nella Centesimus annus di Giovanni Paolo II ed estremizzato dalle correnti liberiste più accanite. In sostanza, chi preferisce mantenere lo statu quo economico e finanziario pretenderebbe dal papa un atteggiamento più “distaccato”: la Chiesa parli pure di povertà e disuguaglianze sociali, ma senza azzardarsi a mettere in discussione il sistema capitalistico “che, anche in molti ambienti cattolici, rappresenterebbe il migliore dei mondi possibili, perché – come ripetono senza sosta le cosiddette ‘teorie giuste’ – più i ricchi si arricchiscono meglio va la vita dei poveri”. Contro questa visione si scaglia l’ostinazione di Francesco, che con il suo stile semplice e immediato si rivolge direttamente alle nostre coscienze: “Oggi dobbiamo dire di no a un’economia dell’esclusione e dell’inequità. Questa economia uccide”.
MC