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Parentopoli? Bigliettopoli? Ma quanto aspetta a scoppiare lo scandalo ricambiopoli in Atac?

Creato il 19 novembre 2013 da Romafaschifo
Parentopoli? Bigliettopoli? Ma quanto aspetta a scoppiare lo scandalo ricambiopoli in Atac?Ignazio Marino hai chiesto collaborazione ai cittadini e noi cogliamo la palla al balzo per invitarti a chiedere ai vertici di Atac i dati, le percentuali, sull'anomala "dispersione" dei pezzi di ricambio dei bus capitolini.Nel 2012 si era partiti con un'inchiesta condotta dalla Guardia di Finanza della quale poi non abbiamo avuto più notizia. Qualche persona seria (perché qualcuno nelle Municipalizzate che ci crede esiste!) aveva parlato di pezzi di ricambio non originali venduti al prezzo di quelli originali e di uno strano intreccio delle aziende fornitrici (una sorta di cartello: sono sempre le stesse) con la COTRAL (Zingaretti ne è a conoscenza?). Da alcune verifiche della Guardia di Finanza, già nel 2012, sarebbe  emerso che più di una ditta avrebbe lavorato sia per l'azienda dei traporti pubblici capitolini sia per la Spa controllata dalla Regione i cui pullman collegano la maggior parte delle località del Lazio. Carburante comprato a prezzi maggiorati (cosa che sta tornando alla ribalta in questi giorni) e pezzi di ricambio non originali venduti come tali. Questo potrebbe essere un ulteriore filone che potrebbe aver portato alla creazione, in Atac, di un sistema parallelo se non contingente a quello della clonazione dei titoli di viaggio. Ma l'elemento su cui chiedere chiarezza è un altro: la percentuale totale dei pezzi "dispersi" che a noi risulta essere molto alta, talmente alta da far ipotizzare, facilmente, un sistema interno/esterno (dipendenti Atac/Aziende Forntitrici) del tutto simile a quello che sta venendo fuori oggi con la clonazione dei biglietti. Ma facciamo un esempio: se un bus ha necessità di cambiare un copertone, ATAC si attiva con le aziende fornitrici attraverso una formale richiesta, ovvero un ordine. Il copertone in questione giunge nell'officina centrale ATAC per poi essere smistato all'officina periferica ovvero quella più vicina a dove il bus con copertone forato si trova. Tra questi passaggi: richiesta, arrivo del pezzo di ricambio ad officina centrale e successivo invio dello stesso ad officina periferica il pezzo magicamente e sistematicamente tende a "disperdersi". ATAC pertanto è costretta ad acquistarne un altro ed, in alcuni casi, un altro ancora. Anche qui, come nel caso della clonazione dei Biglietti, ATAC avrebbe potuto risolvere la questione alla radice dotandosi di un semplicissimo sistema di tracciabilità del pezzo  RFID (Radio Frequency IDentification o Identificazionea radio frequenza)  tecnologia che permette  l'identificazione e/o memorizzazione dati automatica di oggetti, animali o persone attraverso la capacità di memorizzazione di dati da parte di particolari dispositivi elettronici (detti tag) e sulla capacità di questi di rispondere all'"interrogazione" a distanza da parte di appositi apparati fissi o portatili chiamati per semplicità "lettori", comunicando (o aggiornando) le informazioni contenute. Tornando all'esempio del copertone, una volta giunto in officina, bastava che un addetto vi apponesse un'etichetta elettronica per consentire il monitoraggio del copertone in tutti i suoi spostamenti all'interno delle officine fino alla sua collocazione sul bus dove un altro addetto avrebbe provveduto a staccarla chiudendo la relativa pratica. La domande è d'obbligo: perché ATAC  non si è dotata di un tale sistema benché gli fosse stato proposto? E chi si è avvantaggiato dello scandalo ricambiopoli?

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