Qui Radio Londra è la rubrica condotta da Giuliano Ferrara, giornalista romano, direttore del quotidiano Il Foglio, che va in onda dopo il Tg1 dal lunedì al venerdì su Rai1.
Nel corso di questo appuntamento televisivo Ferrara sviscera in maniera “personale” gli avvenimenti di politica e attualità più importanti della giornata, infatti apre il suo monologo commentando la decisione presa dell’Agcom, a riguardo della sovraesposizione di Silvio Berlusconi che emerge dal monitoraggio sul pluralismo politico relativo alla campagna elettorale per le prossime amministrative fatto dal Consiglio dell’Agcom, il quale, oltre tutto, è direttamente parte nelle elezioni amministrative in quanto capolista a Milano. Un richiamo esplicito alla Rai affinché ci sia più rispetto per le istituzioni, con riferimento alla puntata di “Qui Radio Londra” del 19 aprile. Ferrara afferma: “Ho rivolto una critica al presidente della Repubblica ora, mi dicono che devo rispettarlo di più, lo farò, ma i sorveglianti orwelliani devono tener conto che in questo paese c’è libertà di espressione”.

Per Ferrara dunque la figura di Umberto Bossi sta assumendo proporzioni mitiche. Malato, saggio, solido, indipendente, leale, il Senatùr combatte le sue battaglie come una sorta di condottiero medioevale proiettando oltre ogni limite la sua forza simbolica. Tiene in piedi il governo, sostiene il suo capo e coltiva la successione interna. È un riformatore cocciutamente impegnato a ottenere quel che vuole: federalismo fiscale, partecipazione o no alla guerra, caccia ai criminali, capace di arginare o controllare, anche la più tremenda emergenza quella dell’immigrazione selvaggia.
Un tipo di politico che al Viminale non si vedeva da tempo…e per fortuna, aggiungo. Uno splendido esempio di come si possa tenere in pugno, un alleato come Silvio Berlusconi posto “ingiustamente” sotto “assedio giudiziario”, con idee molto chiare su come rimpatriare i clandestini, al quale va la nostra gratitudine, per lo sforzo notevole per proporre soluzioni “civili” al problema: “Noi non siamo razzisti, per me tutti gli uomini sono uguali, hanno la medesima dignità. Il più nero dei neri ha gli stessi diritti del mio vicino di casa. Però a casa sua”.


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