Prima vittoria esterna in campionato, prima posizione in classifica, prima partita decisa da un giocatore tutt’altro che svedese. Parma deludente rispetto alle ultime uscite casalinghe che sembra aver imboccato un tunnel buio pestosino dopo il 2-0 subito dai viola settimana scorsa.
Il Milan di Allegri a caccia di punti nella tana del Parma di Pasquale Marino era reduce dal pari di Champions League contro l’Ajax e ha riproposto il tridente con Ronaldinho che rientra al fianco di Robinho e dell’inamovibile Ibrahimovic. A centrocampo, Seedorf ha vinto il ballottaggio con Boateng {una nevicata nel Sahara giustamente}. Pato è tornato e per precauzione viene rinviato il suo esordio da titolare. Il Parma, senza Giovinco, Galloppa e Paloschi ha puntato sull’esperienza dell’ex di serata Crespo – che ha quasi rischiato di fottere l’amico Alessandro Nesta in una delle poche azioni degne dei gialloblu -, alle cui spalle hanno agito Marques, Candreva e Angelo.
Primo tempo da aflebo con due squadre che sembrano schiacciare il pisolino del pomeriggio proprio al Tardini. Il Parma sembra la squadra con più spunti, mentre il Milan fa il classico Milan di questi anni: cominciare la partita con un po’ di vivacità? Minchia… faccio prima a domandare a Giba e Bruno di fare uno spogliarello al Palarossini di Ancona.
Al 23esimo sono già tre i cartellini gialli sventolati da Orsato all’indirizzo di Angelo, Gattuso e Antonini, mentre sia Robinho che Ronaldinho sembrano vagare senza una bussola: bocciati in orientamento.
Al 25esimo, però, però, però: oh la minchiazza! Pirlo conclude (!!!!) di destro dai trenta metri e infila l’incrocio dei pali della porta difesa da Mirante, incolpevole: con il Parma aveva cominciato a timbrare il cartellino con la maglia rossonera. Lo so: ero a San Siro quel pomeriggio in cui ribaltammo lo 0-1 di Di Vaio.Era da tantissimo tempo che non si prendeva la responsabilità di tirare da fuori area: lui che, a differenza di Seedorf, se ne è prese tante in carriera. A cominciare dal ruolo che ha ricoperto per 6 anni e in cui ora stenta per mancanza di situazioni che lo favoriscono e perché è logoro, cotto e… mai sostituito a dovere.
Il Milan diventa improvvisamente padrone del campo, il Parma invece accusa il colpo e rischia di subire altre reti. Cos’ha voluto fare la Tania al 37esimo che non ho capito? Vendicarsi di Mirante per un qualche motivo non ben identificato? Mah… la Zlatania spiegherà. Tre tiri, tre parate in un minuto. Alla quarta avrebbe molto probabilmente vinto una maglia di una squadra di cui non ha ancora fatto il tifo.
Il Parma perde Morrone per infortunio e Marino inserisce Valiani che carbura alla distanza. Suoi i cross del forcing parmense, anche se l’occasione più ghiotta capita a Ronaldinho, ma non la sfrutta. Meglio decisamente Ronaldinho di Robinho per quest’oggi: quest’ultimo si ripete dopo l’incredibile tiro a lato all’Arena di Amsterdam e sente il quaquaqua di un suo compagno sul collo.
Thiago Silva giganteggia come sempre ed è la vera certezza del reparto arretrato. Ormai gli anni che passano tra lui e Alessandro Nesta cominciano a farsi sentire in quanto a precisione e lucidità. Non è colpa sua o di Nesta l’avere più polmoni da sfiatare. Seedorf è sceso in campo con le infradito e certo non della sua misura: mi raccomando facciamolo giocare sempre che a centrocampo un bel pilastro, nel senso architettonico del termine, fa sempre comodo. Non mi è dispiaciuto Antonini, che di norma in copertura è una calamità. In generale non riesco a togliermi la sensazione che chi ha la palla non sa mai a chi darla e chi ne è in possesso se la tiene, appunto per questo motivo, troppo.
Oltre al rientrante Pato, Boateng e Abate rilevano uno stravolto Gattuso e un Antonini demolito da un’unghia di Bojinov.
Il gran possesso palla rossonero {e il gran trombata Ibra-Paci} manda in archivio il secondo anticipo della sesta giornata del massimo campionato 2010-2011: arrivederci a dopo la sosta per le qualificazioni delle nazionali per l’Europeo 2012.