Parole a confine: un nome di grande suggestione quello scelto per il Festival inaugurato il 6 aprile e che si protrarrà fino al 20 di questo mese in tre comuni del vicentino (Caltrano, Carrè e Chiuppano); un nome che racchiude in sé il fascino dell’ibridazione dei generi, intesa come comunicazione, come ponte per riunire e non come frontiera di divisione o, peggio ancora, di conquista. Una finalità che sembra rivivere in tutte le scelte programmatiche degli organizzatori, anche nell’individuazione delle location dei vari eventi, che si alterneranno in una Sala Cinema, un Auditorium, un Centro Culturale e due Scuole Elementari, volendo rappresentare emblematicamente la contaminazione culturale che è la cifra di un Festival che, puntando sul cinema, sulla letteratura e sulla musica, ha sposato l’idea dell’importanza della cultura fin dalla più tenera età, sostenendo, al contempo, la necessità della comunicazione intergenerazionale.
Sponsorizzato, tra gli altri, dalla Coop Veneto, dalla Banca Popolare di Vicenza e da Unicredit, Parole a confine propone un programma che rispecchia gli intenti e le premesse: dall’attrice Lella Costa, che il 9 aprile ha recitato le opere di alcune delle più importanti poetesse del Novecento, ad Ale Giorgini che ha esibito i suoi fumetti e a Piersandro Pallavicini, che l’11 aprile ha presentato la sua ultima fatica Un romanzo per signora, fino ai concerti di Pacifico e Niccolò Fabi, che si terranno rispettivamente il 13 e il 20 aprile, e alle presentazioni dei romanzi di Francesco Targhetta (Così veniamo bene nelle fotografie, 17 aprile) e Helene Gestern (Loro due in quella foto, 19 aprile). Non manca di certo l’attenzione per i più piccoli, con un programma ad hoc: Sulle orme del lupo, seguendo Cappuccetto Rosso.
Quindici giorni all’insegna della cultura come luogo di confine, in grado di attivare relazioni tra le arti e le generazioni.
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