Ucraina,Egitto e sangue in un pomeriggio di fine settimana dove twitter cinguetta parole di emergenza e di rivolte nelle piazze.
Se anni addietro eravamo abituati alla notizia letta il giorno dopo o a telegiornali puntuali come il metro’ giapponese,oggi ci si immerge nelle news in diretta.
Il metodo di giudizio non e’ piu’ cauto e obiettivo.
Risulta invece emotivo,veloce e spesso confuso.Apprendo ora di un fotoreporter arrestato dalle forze speciali egiziane,di sangue e barricate a Kiev e di altro ancora.
Sembrerebbe un mondo in diretta senza metodo critico,piu’ un reality in formato cellulare da dare in pasto a tutti e renderlo libero di giudizi senzati.
L’immagine del ferito o la carica della polizia,diventa non piu’ un atto compiuto in una giornata,ma il live di una azione che crea un effetto,feriti o morti,da commentare e criticare globalmente.
Il giornalismo fai da te,o il giornalista 2.0,oggi forse ha piu’ difficolta’ di ieri,vista l’interferenza diciamo di noi comuni cittadini che,armati della tecnologia moderna,dettiamo le ultime a suon di tweet e facebook.
Essere li presenti e’ facile,arruolarsi nella schiera di quelli che erano compartecipi diventa un atto di amore verso una causa da difendere o almeno da condividere.
Eppure la notizia,l’evento,l’immagine,e’ la forza di oggi.
Quella che aiuta a capire e,per chi lo vuole,arricchire un bagaglio e approfondire un argomento.