Povere parole, maltrattate, bistrattate, sfigurate! C’è chi le usa senza rispetto, chi le investe di significato scorretto, chi le usa come ambasciatrici di odio e di guerra – tanto ambasciator non porta mai pena – capaci in realtà di segnare a vita rapporti, relazioni e destini.
Qualcuno è convinto di poterle distruggere tranquillamente; qualcun altro che non esistano assolutamente; io sono dell’idea che le parole, alcune precise parole, sono delle prigioni dalle quali spesso è difficile uscire fuori, e sì, sarei d’accordo, queste parole si potrebbero pure distruggere, eliminando contemporaneamente tutto quello che c’è (o no!) dietro (alla parola); perché alcune parole creano qualcosa che non esiste, ma per abitudine legittimiamo la loro esistenza senza domandarci cosa nascondono.
Pensavo che davvero potesse esserci qualcosa di normale.