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Parole, parole, soltanto parole tra noi!

Creato il 04 agosto 2011 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

Parole, parole, soltanto parole tra noi!Speciale Tg la7 e In onda commentano l’attesissimo discorso sullo stato della crisi economica del presidente del Consiglio Berlusconi trasmesso in diretta e valutato poi in studio con ospiti vari, a seguire Rosy Bindi e Giorgia Meloni si confrontano in compagnia  di Luisella Costamagna e Luca Telese.

Parole, parole, soltanto parole tra noi!
Dunque Berlusconi a Montecitorio ha parlato ad un “pubblico” in fermento per le ferie, valige pronte e poca attenzione alle parole di un premier convinto  che non si debbano inseguire i nervosismi dei mercati. “La crisi va affrontata con coerenza e fermezza. La politica e l’economia dell’Italia sono solide”. “Abbiamo fatto una manovra che è stata giudicata adeguata e sufficiente dall’Europa e dagli osservatori internazionali”.

La replica di Antonio Di Pietro è quella che tutti gli italiani implicati in questa crisi drammatica vorrebbero dire: ”Ma lei ci fa o c’è, fino a che punto pensa di prendere in giro gli italiani? O è Alice nel paese delle meraviglie o è il più grande bugiardo della storia. C’è una crisi mondiale ma in Italia c’è una crisi nella crisi che si chiama Berlusconi Silvio, è lei che ha tolto credibilità, è il suo governo che fa scappare gli investitori, lei è un problema per il paese e il fatto che non se ne accorga è ancora più grave”.  ”Nonostante lei gli italiani si devono disfare politicamente di lei , spiega Di Pietro.  A noi tocca l’assunzione di responsabilità, e non è che noi di qua, all’opposizione, stiamo dando una grande proposta alternativa, però siamo disponibili ad un’assunzione di responsabilità collettiva, però cominci lei, si dimetta.

Parole, parole, soltanto parole tra noi!
E’ importante perchè lei sta facendo morire di fame milioni di persone”. ”Caro Silvio ascoltami,  ha insistito Di Pietro, dobbiamo fare innanzitutto nuova legge elettorale, ma lei non la farà e perciò io e altri colleghi abbiamo depositato una proposta di referendum, da sabato cominciamo a raccogliere le firme, così ci libereremo non solo di lei ma anche di quei leccapiedi che le sono vicini. Mi mandi una cartolina da S. Martin ma se ne vada”.

Queste in sintesi le parti salienti che aprono il dibattito televisivo tutto al femminile tra una Bindi che sostiene “difronte ad una crisi grave il Presidente si è presentato con la solita debolezza di governo, negando la realtà”, e la Meloni che ribatte  ”l’intervento di di Pietro è stato folcloristico e inadatto”! Le idee difese da entrambe le parti toccano punti di acceso confronto poi la sigla di chiusura interrompe le signore.

Signori e signore, qui di parole se ne sentono a destra e a manca, il problema è che quando la politica non c’è il Paese paga le conseguenze. Il nostro sistema politico non è capace di riconoscere, promuovere e sostenere la crisi. Il Governo non è in grado di effettuare  scelte coraggiose e lungimiranti.  Il clima di questi ultimi mesi e la cronaca più recente non sembrano suggerire pensieri positivi, il Paese appare intrappolato da un immobilismo sterile e litigioso, e né nel Governo né nell’opposizione emergono visioni di lungo periodo, progetti capaci di rilanciare il Sistema Italia, gli sforzi sono tutti tesi nel tentativo di non perdere  una poltrona politica ricca di vantaggiosi privilegi.

Parole, parole, soltanto parole tra noi!
Mentre i ministri per un lungo periodo, riposeranno le stanche menti all’ombra di palme e sabbie bianche, le famiglie impossibilitate alle vacanze tirano faticosamente la carretta, affrontano ogni giorno  e con sempre maggiore difficoltà la  sfida della vita quotidiana, strette da redditi sempre più ridotti, lavori sempre meno certi, servizi sempre meno efficienti: famiglie resistenti, ma sempre più affaticate. E se nel Paese resistono ancora segnali di speranza, questi si trovano raramente nelle aule della politica o nei salotti televisivi, ma piuttosto nelle case delle famiglie, nelle associazioni familiari, nel volontariato, nei tanti lavoratori e imprenditori piccoli e grandi che continuano a produrre “mano d’0pera umana” e ricchezza. Non è più tempo di parole.  Oggi è il tempo delle scelte utili al Paese.

 

 


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