Questa ricetta è super collaudata! L'ho rivista e cambiata nel corso degli anni fino ad arrivare a...
provate per credere!!!
Ingredienti:
- 1 barattolo di grano cotto,
- 700g di ricotta di bufala
- 700 g di zucchero semolato
- 10 uova (7 intere + 3 tuorli)
- 300 g di latte
- 2 bustine di vanillina
- 2 fiale di fiori d’arancio
- 1 pizzico di sale
- 1 cucchiaio di strutto o burro,
- la scorza di un limone non trattato,
- cannella in polvere
- 300g di crema pasticciera*
*Ricetta crema pasticciera:
- 2 tuorli d’uovo,
- 5 cucchiai di zucchero,
- 2 cucchiai di farina,
- 250 g di latte
- Buccia di limone non trattata
Per la pasta frolla:
- 500 gdi farina,
- 200 gdi zucchero,
- 200 gdi burro,
- 3 uova intere
- una grattata di arancia.
Procedimento:
Versate il barattolo di grano cotto in un tegame, aggiungete 300 g di latte, un cucchiaio di strutto o burro, 1 cucchiaio di zucchero, un pizzico di sale, ¼ della bottiglietta di fiori d’arancio, 1 scorza di limone e un pizzico di cannella in polvere (facoltativo).
Amalgamate gli ingredienti e lasciate bollire a fuoco lento, mescolando con un cucchiaio di legno, finché non diventi crema.
Amalgamate bene gli ingredienti e aggiungete le chiare d’uovo montate a neve.
Preparate una pasta frolla con 500 gdi farina, 200 gdi zucchero, 200 gdi burro, 3 uova intere e una grattata di arancia.Rivestite una teglia imburrata con la pasta frolla, facendo attenzione a foderare con cura anche i bordi per evitare che il liquido fuoriesca..
Versate il composto che dovrà risultare abbastanza liquido e decorate la superficie con strisce di pasta frolla disposte a griglia.
Cuocete in forno caldo a 150° fino a quando la superficie non avrà assunto un bel colore dorato intenso (1 ora e ½ o 2).Spegnete il forno, apritelo e lasciate riposare la pastiera per un’altra mezz' ora.Togliete dal forno, lasciate raffreddare completamente, sformate e spolverizzate con lo zucchero a velo.Abbandonatevi al piacere ed amatevi sempre!
LindaStoria della Pastiera Napoletana.
Si racconta che Maria Teresa D'Austria, consorte del re Ferdinando II di Borbone, soprannominata dai soldati "la Regina che non sorride mai", cedendo alle insistenze del marito buontempone, famoso per la sua ghiottoneria, accondiscese ad assaggiare una fetta di Pastiera e non poté far a meno di sorridere, compiaciuta alla bonaria canzonatura del Re che sottolineava la sua evidente soddisfazione, nel gustare la specialità napoletana. Pare che a questo punto il Re esclamasse: "Per far sorridere mia moglie ci voleva la Pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua per vederla sorridere di nuovo".
Leggendaria e mitologica è la storia della sirena Partenope che incantata dalla bellezza del golfo, disteso tra Posillipo ed il Vesuvio, avesse fissato lì la sua dimora. Ogni primavera la bella sirena emergeva dalle acque per salutare le genti felici che popolavano il golfo, allietandole con canti d'amore e di gioia.Una volta la sua voce fu così melodiosa e soave che tutti gli abitanti ne rimasero affascinati e rapiti: accorsero verso il mare commossi dalla dolcezza del canto e delle parole d'amore che la sirena aveva loro dedicato. Per ringraziarla di un così grande diletto, decisero di offrirle quanto di più prezioso avessero.Sette fra le più belle fanciulle dei villaggi furono incaricate di consegnare i doni alla bella Partenope: la farina, forza e ricchezza della campagna; la ricotta, omaggio di pastori e pecorelle; le uova, simbolo della vita che sempre si rinnova; il grano tenero, bollito nel latte, a prova dei due regni della natura; l'acqua di fiori d'arancio, perché anche i profumi della terra solevano rendere omaggio; le spezie, in rappresentanza dei popoli più lontani del mondo; infine lo zucchero, per esprimere l'ineffabile dolcezza profusa dal canto di Partenope in cielo, in terra, ed in tutto l'universo.
La sirena, felice per tanti doni, si inabissò per fare ritorno alla sua dimora cristallina e depose le offerte preziose ai piedi degli dei. Questi, inebriati anche essi dal soavissimo canto, riunirono e mescolarono con arti divine tutti gli ingredienti, trasformandoli nella prima Pastiera che superava in dolcezza il canto della stessa sirena.