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Paul Kagame, l'elezione truccata

Creato il 08 settembre 2010 da Dragor

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Siccome  i veri partiti di opposizione non sono stati ammessi alle elezioni e gli “avversari” di Paul Kagame erano 3 suoi amici che si sono gentilmente prestati a fargli da spalla,  l’unico vero partito di opposizione è quello dell’astensione, visto che tutti i partiti messi al bando hanno invitato gli elettori a non votare.  Sì, Kagame è ridiventato presidente del Rwanda con il 98 der cento dei voti, ma con quanti elettori? Visto che l’opposizione, quella vera, aveva esortato all’astensione, la percentuale di votanti è l’unico dato interessante, e naturalmente le autorità di Kigali si guardano bene dal comunicarlo. Perché la vittoria di Kagame sarebbe tale soltanto con una partecipazione in massa al voto. Una massiccia astensione significherebbe che l’opposizione ha vinto.

  

   Con Kagame al potere, il Rwanda ha sicuramente fatto passi da gigante. Nel 1994, dopo il genocidio, era un paese distrutto che fra l’altro non poteva nemmeno beneficiare degli aiuti internazionali a causa dell’opposizione della Francia, indignata per essere stata militarmente sconfitta dai 10.000 guerriglieri del FPR. Oggi è un paese in pieno sviluppo, ordinato, pulito, sicuro e bene organizzato, ma sulla strada della democrazia è ancora al punto di partenza. E lo sarà finché non sarà superato l’etnismo, la maledizione africana secondo la quale un partito non  rappresenta gli interessi di un paese ma quelli esclusivi di un’etnia. Il FPR al potere si vuole inter-etnico, ma l’etnismo affiora continuamente nei partiti di opposizione e in una parte della stampa. Siccome è stato l’odio etnico che ha portato a un genocidio nel quale sono morte oltre un milione di persone,  potete immaginare perché il regime lo tema come la peste e condanni fino a 7 anni di prigione chi si azzarda solamente a nominare le etnie.

 

     Dragor

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