Magazine Diario personale

Pausa

Da Silvia
Pausa
Svegliarsi ed accorgersi di essere svegli, un'altra volta, un altro giorno.
Lenti aspettare.
Disdire appuntamenti ed impegni.
Staccare i telefoni.
Rinunciare ad uscire, chiudere porte e finestre.
Respirare, indugiare con il pigiama ed i piedi fermi.
Quasi non parlare.
Un po' di musica, la musica sempre.
Un po' di acqua, l'acqua sempre.
I bambini dove vogliono, liberi come vogliono, sempre con me però, a terra, sul letto, arrotolati sul divano. Io e loro.
Termosifoni e forno accesi.
Noi, muoverci piano per casa.
Il legno dei mobili e del pavimento, senza parcheggiare.
I soldi senza spenderli, il lavoro senza lavorarlo.
Neanche un semaforo, un ritardo, una corsa.
Tagliare, eliminare, ridurre.
Smettere, fermarsi, nessuna meta se non esserci e basta.
Nessun luogo da raggiungere se non il cuore.
Ascoltarsi senza fretta, senza sbrigarsi, senza accumulare fare.
Lasciare che piova e che faccia freddo, ora non ci importa, siamo qui insieme.
Annusarci e toccarci, un po' in braccio a mamma, un po' su un foglio con una matita, un po' a bere e mangiare piano.
Un po' sedia sediola, un po' di favole, un po' di solletico.
Il tappeto grande, i giochi da muovere dentro alla fantasia, le coperte, un sonnellino come una volta, di pomeriggio, quando eravate piccoli ed eravate solo miei.
Un lasciare che scorra, che succeda, un niente di tutto.
Uno stare.
Qualche biscotto per addolcire la lingua e la pancia.
Nessuno entri, nessuno bussi, nessuno spezzi, distrugga, si intrometta, nessun rumore da fuori, che resti fuori.
Dentro siamo qui, ora con queste nostre età, madre e figli, niente sport, niente catechismo, niente scout, niente terapie, solo noi.
I calzini ed i piedi, le ginocchia e le mani, le carezze e le vecchie fotografie.
Quando siete nati, dirvelo ancora una volta, chi siete, riconoscervi.
Hanno bisogno di mamma, mamma ha bisogno di loro.

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