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Ho trascorso gran parte della notte a guardare su Youtube delle lunghissime interviste ad alcuni cantautori di casa nostra: Paolo Conte, Francesco de Gregori e Francesco Guccini.
Alla mia età non si fa quasi più caso a quel che si dice ma a come lo si dice. Una smorfia, un gesto della mano, un silenzio ed un mezzo sorriso dicono molto più delle parole.
Mi sono addormentato all'alba con l'immagine dei tegami appesi nella cucina di Pavana, del grosso gatto grigio in cerca di coccole sulla pancia del Grande Vecchio il cui sguardo, luminoso e schietto come il vino che si trinca da quelle parti, mi raccontava la rarità dell'artista vero, quello senza sovrastrutture né ambiguità intellettuali, consapevole che "è nostro destino tentare goffi voli d'azione o di parola, volando come vola il tacchino".
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