Il seguente articolo è uscito da poche ore su Settegiorni Pd, settimanale del gruppo consiliare lombardo Pd, dove si constata la triste subordinazione del partito alla Chiesa compreso il noto cardinale ciellino. La storia va avanti da molto tempo. Il Pd non è autonomo e non lo è mai stato. Quel che suscita disgusto è che il Pd tratti con disprezzo l’altro partito, quello di opposizione, che ha lasciato l’aula. La laicità delle istituzioni è fondamentale per l’autonomia e libertà delle decisioni e non offende in alcun modo nessuno. Il gruppo Pd vuole andare a messa tutti i giorni? Ci va. Vuole dialogare con il cardinale? Dialogherà. Può benissimo farlo, non in consiglio regionale. Il risultato della subordinazione della politica alla religione, il formigonismo, dà come risultato la dote scuola e altre vergogne che stranamente il Pd critica. Strano, perché sono gradite al cardinale Scola.
LE PAROLE DI SCOLA E LE RESISTENZE DELLA LEGA
Dopo un rinvio e qualche polemica di troppo, è arrivata la visita del cardinal Scola al Consiglio regionale. Lasciamo al loro discutibile opportunismo coloro che hanno tentato di ottenere visibilità personale a margine dell’evento e preferiamo concentrarci sui contenuti proposti dall’Arcivescovo metropolita di Lombardia.
Dopo aver ribadito la necessità di una distinzione tra la sfera religiosa e civile, il cardinale ha affrontato il drammatico tema della crisi, sottolineando come il cambiamento in atto metta in discussione molte certezze e richieda un profondo ripensamento dell’idea stessa di uomo e di società. La frustrazione di chi non riesce a dare risposte alla crisi appartiene anche alla politica, ha sottolineato Scola, che ha però delineato un possibile percorso per provare a guardare con fiducia al futuro: dalle grandi potenzialità che appartengono alla storia della Lombardia è necessario passare a politiche possibili per l’oggi, coniugando il realismo con l’imprescindibile rispetto per un uomo da riconoscere e ricostruire nella sua identità profonda. Le parole del cardinale hanno richiamato l’intera politica lombarda a una riflessione che suona come una severa provocazione per una prassi che passa troppo spesso da convenienze personali o di parte e si concretizza in proposte che si preoccupano più della necessità di lanciare provocazioni all’opinione pubblica che di costruire reali percorsi per la costruzione del bene comune.
La settimana ha portato con sé anche nubi minacciose per l’aeroporto di Malpensa: il possibile ingresso degli arabi di Etihad in Alitalia rischia di rendere ancora più marginale lo scalo lombardo. Su questa partita si è registrata l’unanime consonanza dei gruppi consiliari nel chiedere al presidente Maroni di far sentire la voce dei lombardi presso il governo perché non venga vanificata la vocazione internazionale di Malpensa, soprattutto in vista di Expo 2015. Sta facendo molto discutere anche la questione della dote scuola, lo strumento lombardo per il sostegno del diritto allo studio. La Giunta Maroni, su proposta dell’assessore Aprea, ha modificato i criteri di assegnazione dei contributi ottenendo un esito paradossale: togliere fondi alle famiglie più fragili e aumentarli a quelle con un reddito più alto. La motivazione, legittima ma tutta ideologica, della libertà di scelta non ci pare possa reggere di fronte a una palese ingiusta distribuzione delle minori risorse a disposizione.
Si prospetta ora, nelle prossime settimane, un doppio dibattito consiliare sulla riforma delle autonomie locali. La maggioranza pare intenzionata, con grandi insistenze della Lega, ad attaccare duramente la proposta Del Rio che prevede un netto ridimensionamento delle province e la nascita delle città metropolitane. Il Pd intende invece accettare la sfida delle riforme e rilanciare un regionalismo che possa accompagnare il necessario snellimento della burocrazia statale e costruire istituzioni più vicine ai cittadini, dal Senato delle autonomie a un più chiaro rapporto tra Stato e regioni. La differenza tra il conservatorismo del centro destra lombardo e il coraggio di chi propone il cambiamento si misura anche su questo fronte.