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Pecunia non olet? mica sempre

Creato il 30 novembre 2010 da Silvanascricci @silvanascricci

Pecunia non olet, dicevano i latini.

Gli schei xe schei, dicevano i veneziani.

Ebbene non è sempre vero.

Dipende la direzione dei soldi, a chi vengono dati e da chi.

Prendiamo il caso del compenso di Benigni per la partecipazione a “Vieni via con me”; un milione di euro richiesti (e poi non pagati) sborsati con il canone che molti di noi pagano per uno spettacolo che ha fatto milioni di spettatori ed ha portato nelle casse della Rai, e quindi dello stato, ingenti somme in pubblicità.

Giornali ed uomini di destra hanno gridato allo scandalo, hanno ricamato sull’oscenità di un compenso tale in tempi di crisi, di persone che perdono il posto di lavoro, che sono in cassa integrazione.

Prendiamo ora il caso del pagamento da parte della Rai, quindi sempre con gli stessi soldi che molti di noi pagano con il canone, versato nelle tasche della signora Michelle Bonev, in arte Dragomira, per ottenere tutti i diritti sul film “Goodby mama” che non è stato mai distribuito nè in Italia nè in Bulgaria, patria della regista e scrittrice del film e che, almeno finora, non ha portato nelle pubbliche casse neppure un centesimo di euro.

Il compenso milionario del premio Oscar Benigni suscita l’indignazione dei cuori puri, mentre il compenso milionario ad una regista perfettamente sconosciuta in patria ed all’estero per un’opera prima non risveglia non dico un fremito di sdegno ma neppure un pizzico di irritazione in cuori sì tanto schietti ed altruisti.

Risulterebbe, quindi ovvio, che i disoccupati, i cassaintegrati, le persone in crisi economica risentano solamente ed esclusivamente del milione di Benigni, mentre del milione della Dragomira non abbiano da patire alcunchè.

Se e quando il film bulgaro della signora passerà nei cinema ed otterrà gli stessi introiti per la Rai e per lo stato sarò pronta a fare pubblica ammenda.

Sono convinta di poter dormire sonni tranquilli.

 



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