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Pensare nella realtà

Da Sharatan
Pensare nella realtà
“Ci sono delle realtà che non sono quantificabili.L’universo non è nei miei numeri: è tutto pervaso dal mistero.Chi non ha il senso del mistero è un uomo morto”(Albert Einstein)
Se guardiamo la realtà con il puro raziocinio e con la prospettiva intellettuale è difficile vedere nel mondo l’aspetto spirituale, perciò è ancora più difficile mantenere uno stato d’animo che sia fiducioso della componente spirituale dell’universo. Da questa componente vengono le forze che ci rendono forti e adatti per affrontare la vita pratica, infatti davanti alle vicissitudini del vivere possiamo perdere facilmente la sicurezza, la tranquillità e la pace interiore, ma queste certezze interiori sono necessarie per affrontare la vita. Il mondo si può vedere in due modi e con due punti di vista opposti, perciò si può guardare come se tutto avesse un senso razionale e come se tutto fosse concreto, oppure si può vedere un “qualcosa” che sottintende alle cose materiali e alle vicende umane.Possiamo avere degli occhi che vedono le meraviglie del mondo e che percepiscono l’universo come uno arazzo splendidamente tessuto, come dicono i cabalisti, perciò possiamo vedere un disegno nel mondo in cui si rispecchia il vivere dell’uomo, oppure possiamo vedere l’essere umano come il tubo digerente di un organismo che consuma, sfrutta, inquina e che fa la guerra per attuare una strategia suicida. Nella prospettiva spirituale si deve vedere il cosmo come l'organismo che vive, che respira e che si muove con le sue regole, e l’uomo come la risultante di forze cosmiche, perciò che partecipa al cosmo e alla vita usando i sensi.L’uomo vede il mondo materiale e riflette su esso, perché possiede le afferenze sensoriali che lo mettono in rapporto con il mondo, e il mondo entra nell’uomo con le sue forze materiali. L’uomo è posto al centro dell’universo perché è il frutto del lavoro di elevate entità divino-spirituali che lo crearono con la volontà creatrice. L’uomo è il frutto del desiderio di creare da parte degli Dei, perciò questo è l’atteggiamento mentale da usare per guardare la creazione e l‘uomo, e il nostro animo dovrebbe sentire l'ammirazione e la meraviglia di questa verità. La capacità di saper guardare spiritualmente la vita non è naturale, ma va sviluppata facendo la meditazione sulle nostre origini, e il senso di essere parte del cosmo deve nobilitare il sentimento per ciò che diverremo. Se non siamo disponibili alla meraviglia davanti all’universo non saremo disponibili alla conoscenza, perché anche l’intelligenza più brillante è solo un gioco di logica che sa intessere dei concetti che sembrano veri o attendibili. Il pensiero non è dannoso o pericoloso, ma a condizione che il pensiero sia sano e che sia disponibile ad accrescersi, infatti avere la prospettiva che la realtà usa degli aspetti ingannevoli e che mostra delle apparenze che possano simulare, fa sviluppare la nostra acutezza mentale e le qualità di astrazione, perciò aiuta la plasticità mentale. Gli uomini si creano delle teorie per poter dominare meglio la realtà e questo fatto è normale, essi amano costruire delle teorie che credono verità, ma la verità è quella che si crede e si sente interiormente, ma non è detto che essa sia la verità della realtà. Una mente che indaga deve ricercare le cose come se fosse alla continua scoperta, perché la mente deve essere disposta ad apprendere maggiormente, perché il desiderio di conoscere aumenta la ricerca della conoscenza, e il sapere accresce la venerazione per ciò che si conosce. La venerazione è una disposizione interiore, perciò è uno stato animico che va unito alla convinzione che l’esperienza spirituale non possa essere compresa con la sfera mentale, anche se la prospettiva spirituale aumenta la qualità della nostra logica concreta. Se il pensiero non è unito alla venerazione per ciò che si va a conoscere, perciò alla venerazione per il mistero a cui la mente vuole accedere, non si saprà vedere fino in fondo alle cose, perciò la realtà potrà essere scomposta e ricomposta nei suoi singoli elementi, ma non sarà mai completamente compresa. La venerazione è un sentimento fuori moda, perciò sembra un sentimento da pazzi, infatti non si crede che possa essere il requisito dello scienziato. Per conoscere è necessaria la venerazione per ciò che si vuole indagare, perché la venerazione è il rispetto che si nutre dal più profondo del cuore per determinate idee o persone. Solo se sentiamo profondamente l’ammirazione e la venerazione per l’universo possiamo sentirci “in saggia armonia con le leggi del mondo,” ma l’armonia si prova soltanto pensando che l’analisi logica della realtà valuta solo ciò che è evidente, ma nulla si può teorizzare di ciò che non si conosce, perciò la “giustezza del pensare” si costruisce solo se il pensiero è in armonia con la realtà. Raggiungere l’armonia con la realtà del mondo non è così semplice come sembra, dice Steiner, perché la tentazione luciferina introdusse un difetto nel mondo, infatti dalle divinità creatrici era previsto che l’uomo avesse la conoscenza solo dopo essere diventato maturo per poterla correttamente usare. L’uomo fu creato per conoscere il bene e il male, e per poter mangiare il frutto della conoscenza, ma questo doveva avvenire in un’epoca più tarda. La colpa dell’uomo fu quella di avere acquisito la conoscenza in un’epoca prematura, perciò la tentazione di Lucifero ci fa sperimentare una conoscenza che è insufficiente. La nostra civiltà è poco incline a imparare, perché è più facile a giudicare, a criticare e a sentenziare su tutto, ma se la critica è unita al giudizio consapevole è stata in grado di creare i migliori progressi della civiltà. Non si può pensare che bisogna venerare gli uomini e che bisogna sottomettersi in modo acritico alle idee altrui, ma si dice che dobbiamo venerare la conoscenza che si accompagna alla verità, perciò non dobbiamo saper accettare solo ciò che ci piace e rifiutare ciò che odiamo.Il peccato originale viene continuamente ripetuto quanto vogliamo raggiungere velocemente la verità senza curarci di avere conquistato la maturità necessaria per comprendere la verità. E’ necessario sapere che dobbiamo superare delle esperienze determinate per poter comprendere il problema, così che la coscienza possa riconoscere la realtà da cui partire per avere un giudizio adeguato. Non dobbiamo affannarci per raggiungere ad ogni costo un giudizio, ma dobbiamo fare lo sforzo di diventare più maturi perché le rivelazioni possano giungere, perché il giudizio sorge dalle cose stesse se noi abbiamo raggiunto la maturità necessaria per saper riconoscere la verità che giunge. Perciò diventa saggio chi ha saputo maturare usando in modo giusto le esperienze della vita, anche se l‘esperienza da sola non è sufficiente per infondere una giustezza generale, infatti la saggezza assoluta non significa nulla, perché è importante conquistare la saggezza che sa vedere in ogni cosa la possibilità di comprendere. Perciò il saggio lascia in sospeso il giudizio personale per far parlare le cose, infatti le cose possiedono la verità, e la verità nasce direttamente dalle cose stesse. Chi è saggio è riservato nel giudizio, anche se vede che il suo giudizio è ben fondato e anche se ha la consapevolezza di avere ragione, perciò sospende il giudizio come prova che saranno i fatti a dargli ragione: ma la saggezza giunge quando sappiamo usare ciò che la vita offre. Il giudizio non viene dall’uomo, ma viene dal mondo, perché il giudizio è un fattore esterno, infatti solo dopo aver conosciuto un fenomeno lo possiamo giudicare. Non possiamo pensare di poter spremere la verità dall’anima, ma possiamo maturare per saper vedere ciò che sorge dalle cose e nella realtà, perché questo è il modo giusto per educare il pensiero. Ma il pensiero non è il supremo giudice del mondo, infatti esso è solo uno strumento da usare per poter vedere come le cose si esprimono: è così che entriamo in armonia con il mondo. Coltivare la meraviglia e la venerazione per la struttura spirituale del cosmo, e saper vedere l’armonia che esiste nel mondo sono le qualità essenziali per costruire il pensiero che è predisposto alla saggezza, infatti la meraviglia e la venerazione sono le qualità che ci fanno accedere ai misteri del cosmo.Buona erranzaSharatan

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