Pensi di volere la mia vita? Ecco delle cose che non sai sulla vita di una tris-mamma lavoratrice. Poi dimmi se la vuoi ancora.
E’ una mattina come tante e sono in vena di riflessioni. No, non sono a casa senza fare niente, sono in ufficio a lavorare, ma siccome per fortuna almeno il lavoro me lo gestisco io, eccomi qui a prendere una pausa scrittura di qualche minuto. Perchè anche una tris mamma lavoratrice riesce a farlo, a volte.
Questa mattina, come tutte le mattine, mi sono svegliata con i capelli in disordine e un cliente che mi aspettava in agenzia. Nessuna idea su cosa mettermi, tantomeno sul come rendere i miei capelli presentabili (alla fine l’ho imprigionati in una grossa crocchia, tanto fa tendenza). Ma questo sarebbe il meno. Come tutte le mattine c’erano tre bambine da svegliare, lavare, pettinare, vestire… I loro vestitini ovviamente erano già pronti sui rispettivi lettini da ieri sera, come tutti i giorni.
Come tutti i giorni mi sono vestita in fretta e truccata (diciamo così) con una bambina piagnucolante attaccata alle gambe e l’ho accompagnate fino alla macchina, perchè a scuola ce le porta il papà… No, a prenderle non ci vanno i nonni, ci vado io e in queste sette ore devo:
-lavorare: incontrare un cliente, sperando che sia contento di come procedono i lavori, rispondere ad 83 MAIL (confesso che ho peccato, ieri ho ignorato la posta in entrata), richiamare quattro persone che mi hanno cercata nel weekend e cercare di capire come dividermi in questa settimana, perchè devo essere in posti totalmente diversi e le ore a mia disposizione sono sempre queste.
-andare a pagare l’asilo: ho due bollette arretrate e non (fortunatamente) perchè io non abbia i soldi per pagarle, ma solo perchè finchè non metteranno il pagamento telematico sarà così, io in uffici aperti due ore al giorno fatico ad andare. Comunque mi hanno minacciato di non prendere più la bimba al nido, quindi sarà il caso di trovarlo, questo tempo.
-organizzare la settimana di Pasqua in famiglia: vengo da due giorni in cui ho trascorso in totale sei ore in auto trasportando bambine dal papà (la conoscete, no, la mia storia?) e ancora non ho idea chi terrà chi nei DIECI giorni di vacanza da scuola… Che per me ovviamente non saranno altrettanto di vacanza, fatta eccezione per i due giorni di Pasqua.
-scrivere: tanto e bene. Non è il mio primo lavoro, è il mio secondo lavoro, ma va fatto pure questo e va fatto bene. Di solito non riesco a smaltirlo nelle ore canoniche e mi ritrovo a farlo la sera sul divano, pregando perchè tutti si addormentino presto. E spesso addormentandomi io con l’iPhone in mano (e ringrazio il cielo che esista, santo iPhone e santa applicazione mobile di WordPress).
-ricordarmi che ho un marito: la cosa che più vorrei fare una volta rientrata a casa è trovare la cena pronta e la casa perfetta, le bambine pulite, felici, pronte per giocare un pò ed andare a colorare in cameretta. E invece… Invece ci sono loro da accudire e c’è anche un marito a cui qualche attenzione va data, che deve cenare (per le bambine Sofficini tutte le sere sarebbe il top, per lui non esattamente), che vorrebbe che io non collassassi sul divano appena mi ci appoggio.
-terminare il maledetto cambio di stagione: con cinque figli in giro per casa, non è per nulla facile. Certo, non lo sarebbe nemmeno se fossimo solo io e mio marito, visto che siamo entrambi TROPPO amanti della moda e che i suddetti armadi strabordano, ma così è veramente complicato. Questa maglietta dell’anno passato, per esempio, starà a chi? Comunque mi sono inventata le etichette sui cassetti e sui ripiani dell’armadio e già così è più facile.
-fare la mamma: l’ho omesso, ma ovviamente è il “lavoro” che richiede più tempo ed impegno e non credo ci sia bisogno di spiegarvelo. Considerate solo che le bambine sono tre, sotto i sei anni e che i due di marito stanno con noi part-time (anche loro sotto i sei anni). Non devo aggiungere altro vero? Ah no… Considerate anche che tutte e tre hanno capelli lunghi che non vogliono legare e quindi devono essere lavati praticamente ogni sera. La sera bisogna scegliere i vestitini per non litigare la mattina, perchè le femmine si sa come sono e la sera c’è la lotta per chi dorme in quale letto (“io lei nel mio letto non ce la voglio”, “mamma lei mi tira i capelli e non la voglio vicina”, “mamma lei la notte viene di nascosto sotto le mie coperte e sposta i miei peluches”)e soprattutto per chi deve stare vicina a mamma mentre si addormenta. Potrei risolvere avendo sei braccia anzichè due e soprattutto aggiungendo il terzo letto in cameretta visto che anche Eva è diventata “grande” ma per ora sorvolo, tanto sta lì solo per infastidire le sorelle e poi svegliarsi e correre nel mio letto.
Questo, molto in breve, è ciò che accade durante una mia giornata ordinaria. Poi ci sono le giornate non ordinarie (molte), quelle in cui per lavoro bisogna viaggiare e sembra che tutti quelli che ti dicono “quando hai bisogno ti do una mano” spariscano rapiti da entità aliene. Ma queste giornate lasciamole perdere. Ad esempio, ora le bambine staranno a casa dieci giorni per le vacanze pasquali e io come mi organizzo? Mistero.
Ah sì, dove sono io in tutta questa giornata? Io di solito sono nei ritagli, nei minuti rubati chiusa a chiave in bagno, nel caffè preso al bar la mattina con grossi occhiali da sole, nei capelli che continuano a non essere mai in ordine, nella mezz’ora in cui da vera cattiva mamma le lascio con la babysitter per andarmi a fare le unghie. Che romperò il giorno seguente.
Sì, sono una persona che sta raccogliendo i frutti del suo lavoro. Che ha tre figlie sane e una più bella dell’altra. Ma tu pensi ancora di volere la mia vita?