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Pensieri e Riflessioni su "LA STIRPE DI AGORTOS - Prima Generazione" di ELISABETH GRAVESTONE

Creato il 10 maggio 2012 da Anjaste @anjaste
Titolo: La stirpe di Argortos Autore: Elisabeth Gravestone Editore: Edizioni R.E.I. ISBN: 9788897362753 Pagine: 194
Sinossi: Nell'incontaminata terra dell'Egucron, Agortos, uomo di acuto ingegno e spiccata sensibilità, stringe un patto con la Dea Natura giurando che, sia lui che i suoi discendenti, si impegneranno ad approfondire la conoscenza della parte mistica e magica di quel mondo inesplorato che li circonda. Saranno Anika e Airen, le sue figlie, le prime a dover far fronte a quella promessa. Separate da bambine, cresceranno in ambienti totalmente diversi: Airen come serva di Siderin, dispotico e spietato signore dei monti Atrùgeti, Anika nella sua casa natale a contatto con una natura misteriosa e incontaminata. Entrambe però sentiranno ben presto il richiamo di quel giuramento mantenutosi nel tempo, e nonostante le difficoltà e gli ostacoli che troveranno sul loro cammino, adempiranno al volere di Agortos preoccupandosi che le generazioni future mantengano vivo quel voto.
Il mio pensiero: Primo libro di un ciclo di fantasy imperniato sul rapporto mistico tra l'uomo e la natura, "La stirpe di Agortos" è la versione rivisitata dell'apprezzato "Un solo destino" di Elisabeth Gravestone (pseudonimo della scrittrice Alessandra Paoloni). Dietro a questo libro ci sono tutto il lavoro e la testardaggine di una scrittrice emergente, che crede nel proprio lavoro e che si rimette in gioco offrendo il suo primo romanzo in grande spolvero.
“…strinsi un patto con la natura pregando gli Dei che venisse accettato. Così tutta la mia vita e quella di colore nelle cui vene scorrerà il mio sangue, verrà consacrata alla scoperta e alla vigilanza del Potere naturale.. 
E’ con queste parole che Agortos rivela ciò che sarà il destino di se stesso e di tutta la sua stirpe. Le sue figlie non ne sono a conoscenza, ma dopo un evento tragico che segnerà la loro vita, tutto riaffiora e le ragazze si vedono costrette da una serie di eventi a inseguire la strada già segnata per loro. 
I personaggi sono ben descritti e caratterizzati; la scrittrice ha creato soprattutto due protagoniste molto diverse tra loro, ma che si completano a vicenda. Una è bionda e coraggiosa, l'altra bruna e insicura: lo yin e lo yang!
Anika: tra le due sorelle è la mia preferita. Determinata, coraggiosa e ribelle, è un druido in gonnella. Frequenta da sola la foresta per cui nutre una tremenda curiosità. Legge e rilegge gli appunti di Agortos per carpirne i segreti e studia le ricette lasciate dal padre per continuare il suo lavoro. Come lui diventa maestra nella preparazione di pozioni e riesce, grazie al suo cuore puro e impavido, a entrare nelle grazie della foresta e dei suoi abitanti. Non si piega mai e non rinnega le sue credenze neanche davanti alle minacce fatte da uomini più grossi e forti di lei. E’ la mia eroina, perché crede fermamente in quello che fa ed è dotata di una forte passione per il suo lavoro e una determinazione invidiabile. 
Airen: è stata obbligata a lasciare la sua famiglia quando era molto piccola, per poi ritrovarsi a fare la serva a casa del signorotto del paese in cui vive, Siderin. Con determinazione e intelligenza, diventa la serva preferita, cosa che le crea benefici, ma anche molte grane. A differenza della sorella, fa molta fatica ad accettare il suo destino, che la lega ad una foresta che non conosce e di cui ha molta paura. Ma quando si tratta di proteggere la sua famiglia e l’uomo che ama, accede al potere che conserva dentro di se e decide di seguire la strada tracciata per lei. 
Donamis: devo ammettere che gli uomini in questa storia non la fanno da padroni! Non so come descrivervelo in altro modo: è un mollacciotto! Passa la sua triste esistenza a bere alla taverna e a spassarsela con donnine allegre. E se non fosse stato per un gesto coraggioso di Airen, avrebbe consegnato la sua vita e la sua morte nelle mani dello zio. L’incontro con la ragazza è la chiave di volta che da il via al miglioramento della sua situazione e da lì in avanti diventa più coraggioso e prende in mano le fila della sua esistenza. 
Siderin: è sicuramente il personaggio negativo della storia. Ambiguo, crudele e arrogante come solo un re può essere. Si diverte a usare il suo potere per decidere il destino degli uomini e nutre un odio incontrollato per il nipote, che lo porta a volere la sua morte. Tiranneggia Airen, solo per il gusto di vederla tremare davanti a se. Un personaggio scomodo, ma necessario (come tutti i cattivi delle favole, per cui nutro una passione segreta!) 
L’autrice ha uno stile delicato e molto poetico. Le parti descrittive e i dialoghi si alternano in modo equilibrato, creando una lettura godibile e scorrevole. I dialoghi sono credibili e danno una voce reale ai personaggi. L’autrice dedica grande spazio alle descrizioni dei luoghi, dei pensieri e delle emozioni, riuscendo ad avvicinare il lettore alle protagoniste e all’ambiente nel quale si muovono. Scrive in terza persona, alternando però gli interpreti della vicenda (racconta ciò che avviene attraverso gli occhi di Airen o di Anika o di Donamis). Questa scelta a volte può confondere, ma ha come pregio di rendere un quadro completo ed esaustivo della storia. 
Gli ambienti in cui si svolge la vicenda sono pochi ma ben descritti. La foresta spicca come ambiente vivo e pulsante, in contrasto con la tetraggine e il gelo del castello e del monastero. 
“… non poteva fare a meno di pensare che non era mai stata in un posto più tetro e desolato di quello. La torre aveva al suo interno una sola stanza e luogo più solitario non poteva esserci… 
Protagoniste femminili, creature magiche e amore per la natura, sono le caratteristiche che accomunano questa storia alle saghe celtiche. Il tema principale è lo stretto rapporto tra uomo e natura. Il patto stretto da Agortos lega la sua famiglia con un nodo stretto alla foresta ed ai suoi abitanti. La natura è intesa come un’entità forte e benefica, che guida e protegge chi la rispetta. 
"Gli alberi parlano e si muovono. Queste parole ricorrevano ripetutamente sul manoscritto che il padre le aveva lasciato..."
Le protagoniste femminili offuscano per forza, determinazione e saggezza i personaggi maschili che ruotano attorno a loro, seguendo la tradizione che lega la natura alle donne, le uniche a capirne la bellezza e le potenzialità 
Una nota interessante è la grande conoscenza della scrittrice di pietre ed erbe. Sul suo forum (che potete trovare QUI ) ci sono due post dedicati a quelle usate dalle nostre protagoniste in questa avventura. 
Consiglio questo libro a chi ama le favole a lieto fine, piene di magia, coraggio e con due grandi protagoniste femminili; lo consiglio perché è un buon inizio di un ciclo fantasy che promette bene; lo consiglio a chi ama la natura e crede nel suo potere. 
Buona lettura!

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