Siccome avevo detto che l’anno è cominciato bene, qualcuno si è subito preoccupato di smentirmi.L’altro giorno a Baghdad i bombaroli hanno fatto fuori 70 persone, a Damasco 25, in Sudan 300. Perfino in Burundi lo scorso settembre un bombarolo ha fatto 35 morti a Gatumba, vicino alla frontiera congolese. Per non essere da meno, da noi un tizio ha tirato una bomba a mano nel mercato di Kimilongo, facendo 2 morti e 15 feriti.
Certo, non possiamo rivaleggiare con l’Irak, la Siria e il Sudan.In confronto a quelle stragi la nostra bomba sembra un misero petardo, anzi un peto, però mi ha fatto più impressione. Per il semplice fatto che sono un affezionato frequentatore del mercato di Kimilonko. A volte accompagno il boy per fare la spesa,ma vado soprattutto per comprare oggetti artigianali. Dove credete che abbia trovato i panieri rwandesi, i vassoi, le lance, le stuoie, gli scudi, i tessuti e i paraventi con cui ho decorato la mia casa dopo avere eliminato la paccottiglia cristianista di mia suocera? In gran parte a Kimilongo, il ventre di Kigali come le Halles erano il ventre di Parigi. Come potete immaginare, non mi va molto a genio l’idea di essere trasformato in un hamburger mentre tiro sul prezzodi un paniere. E ancora meno mi va l'idea che a finire in polpette sia una persona a me cara.
In Irak sunniti e sciiti si fanno fuori a vicenda, in Siria l’inverno arabo prelude alla primavera islamista, in Sudan e in Nigeria i musulmani massacrano i cristiani. Ma da noi che cosa significa tirare bombe sulle persone che fanno pacificamente la spesa o vendono i loro prodotti? Non è politico, non è razziale, non è religioso, non è niente. Chi può trarre vantaggio dal terrore per il terrore? Forse può spiegarcelo la cara Victoire Ingabire. Nelle sue lettere suggeriva di creare una milizia per compiere atti terroristie far cadere il governo. Vuoi vedere che qualche sconsiderato sta attuando il suo piano?
Dragor