Magazine Bambini
Quest’anno, sotto l’aspetto lavorativo, è stato sinonimo di crisi, di difficoltà, di lavori non andati a buon fine, e, nella maggior parte dei casi, mal pagati o non pagati affatto. Eppure, mi sto convincendo sempre più, che su questa crisi molti ci marciano e ne hanno fatto la loro giustificazione per i propri comodi. Pretendono sacrifici assurdi, sviliscono la tua professionalità, e cercano di “farti fessa” e di “guadagnarci”, dietro la falsa maschera di questa benedetta crisi. Ho incominciato a dire basta. Guardo la mia famiglia, oggi miracolosamente insieme, in un pranzo infrasettimanale e mi chiedo il perché questa non può essere la normalità, il perché siamo costretti ad aspettare il fine settimana per godere di questi momenti e soprattutto mi chiedo se ne vale la pena, poiché per quanto tu faccia, chi ha intenzione di spremerti come un limone, non lo troverà mai abbastanza, né tantomeno gli passerà per la testa, di dirti grazie. Sento ripetere spesso “tutti siamo utili ma nessuno è indispensabile”, beh questa frase io la odio. Ma che vuol dire? Vuol forse significare, spaccati pure la schiena, fatti venire ulcera, stress e qualsiasi disturbo psico-somatico, compresa la rabbia, che tanto non me ne può fregar di meno e, appena si presenta l’occasione, cercherò di fregarti?
Cestino è ancora piccolo ma sta crescendo molto velocemente ed impara ogni giorno di più, assorbe qualsiasi cosa gli si dica, facendola sua e riadattandola ai suoi due anni. Io e il Principe siamo i modelli cui s’ispira, le sue spugne per attingere “acqua”, i suoi “libri” per apprendere la vita, e noi cosa abbiamo il dovere di insegnargli e trasmettere? Devo forse insegnargli a dare tutto se stesso (perché è giusto così) per poi ritrovarsi calpestato e consumato? Oppure devo far si che pretenda il riconoscimento del suo valore, anche a scapito, di qualche opportunità? E’ presto lo so, ma poi non così tanto presto, se penso a quella mattina in cui la maestra dell’asilo gli ha chiesto: “Che cosa hai fatto ieri?” e lui nella sua innocente e disarmante verità, ha risposto : “Sono stato dalla nonna perché la mamma lavora e il papà lavora”.
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