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Per Miss Italia il tempo finisce

Creato il 16 settembre 2014 da Marianocervone @marianocervone
Per Miss Italia il tempo finisce Incuriosito dalle tante polemiche piovute addosso all’ultima edizione di Miss Italia, facendo zapping ieri sera sono incappato nella replica della finalissima su La7d, secondo canale (declinato per lo più al femminile) appartenente alla rete di Urbano Cairo. La passata edizione, quella del 2013, condotta da Massimo Ghini, Cesare Bocci e l’ex Miss Italia Francesca Chillemi, era stata a dir poco imbarazzante: disordinata, sciatta e condotta davvero male. Quest’anno molta attesa c’era intorno a questa 75esima edizione, non soltanto perché si cercava quel riscatto di audience (nel 2013 erano poco più di settecentomila i telespettatori), ma anche perché rappresentava il ritorno sulle reti generaliste, dopo qualche anno di militanza su canali satellitari a pagamento di Sky, di Simona Ventura, reduce, a sua volta, da qualche insuccesso professionale, tra cui proprio una sorta di “Quelli che il calcio”, di cui la conduttrice torinese era la padrona di casa in Rai, e che su Cielo invece ha rappresentato una piccola sconfitta televisiva. Miss Italia e Simona Ventura, due reginette in cerca della stessa corona: l’auditel. Urbano Cairo aveva scommesso su di uno share del 10%. Lo share invece è stato del 7,22% con poco più di un milione di telespettatori. A nulla è valsa l’apertura al concorso delle trentenni, a nulla è valsa l’apertura alle ragazze un po’ più morbide, dalla taglia 44 in su, e a nulla varrebbe forse l’apertura a qualsiasi altra categoria o fascia di età. Il format televisivo di Miss Italia, che tanta fortuna ha avuto fino agli inizi degli anni 2000 e, insieme a Sanremo, era tra gli show rai più seguiti, proprio non ce la fa più, e annaspa in un panorama televisivo frazionato e variegato che molta altra offerta (o alternativa) consente a quel pubblico che proprio non vuole vedere ragazze sfilare in costume. Prodotto quest’anno dalla società Magnolia, il programma ha subito sensibili modifiche, con una noiosa suddivisione delle ragazze in strambi gruppi, tra l’altro già vista sulle reti rai, noiose intro pre-registrate e improbabili quadri “moda” circensi, floreali o sadomaso. Un tentativo fallito di modernizzare uno show, cui non sono bastati i brani in classifica come colonna sonora e gli ospiti in giuria, dal rapper Emis Killa, idolo dei giovanissimi in una versione decisamente più formale, ad Alena Seredova, oggetto di gossip dopo la separazione dal calciatore Gigi Buffon. Elementi che tuttavia nulla o poco hanno aggiunto ai risultati finali. Ma la conferma è arrivata comunque: Miss Italia per il terzo anno consecutivo sarà l’anno prossimo su La7, e a condurlo ci sarà ancora una volta Simona Ventura. Uno spettacolo noioso, svilente per quello spettatore-disinteressato, senza amiche, parenti o conoscenti varie che vi partecipano, e che dovrebbe essere motivato a vederlo semplicemente perché bello o divertente. Ma la verità è che in Italia i conduttori televisivi vogliono imprimere la loro impronta ad un format che dovrebbe restare fedele a se stesso, come quella formula, “Per te Miss Italia… continua” che tanto lo ha caratterizzato all’inizio degli anni 2000 e a cui forse il concorso così tanta fortuna deve. Così come dovrebbe essere uno spettacolo più snello, veloce, senza orpelli, riempitivi, inutili siparietto o conduttore-centrico, ma a servizio di ragazze, sostanzialmente anonime, che sognano almeno quei quindici minuti di popolarità di cui parlava Andy Warhol.

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