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Perchè l’art. 18 deve essere un tabù

Creato il 10 gennaio 2012 da Lebarricate @gaetano_rizza


Carissimi Monti, Fornero, Marcegaglia, Marchionne, duri e puri di destra, etc, etc, etc…
Adesso vi spiego perchè l’Art. 18 dello statuto dei lavoratori non deve essere toccato e quindi deve essere un tabù.
Innanzi tutto spieghiamo cos’è un tabù nell’accezione del termine che comunemente si dà a questa parola.
Si considerano tabù tutte quelle cose della vita che vengono rifiutate a priori dalla mentalità comune, come se il considerarle tali facesse parte di un super io collettivo della società.
Spesso i tabù, se violati, sono considerati scandali.
Molti tabù, spesso sono anche considerati, da alcuni con una mentalità più aperta, immotivati se approcciati nel modo giusto.
Non a caso i ministri Montero (unione dei cognomi Monti e Fornero) stanno cercando di fare passare l’Art.18 come un tabù di quelli che in effetti, se approcciati dal punto di vista giusto – cioè il loro punto di vista – non devono essere più consideratì tabù.
L’art. 18 dello statuto dei lavoratori, che peraltro tutela solo i dipendenti delle grandi aziende, che hanno comunque una forza lavorativa al di sopra dei dieci o quindici dipendenti (non so bene), vieta i licenziamenti cosiddetti “facili”, ovvero, vieta i licenziamenti che non sono motivati da una qualche giusta causa.
I lavoratori delle aziende al di sotto dei dieci/quindici dipendenti invece hanno dovuto sempre arrangiarsi tra un posto di lavoro e un altro, quando l’hanno trovato, se no, in qualche caso hanno dovuto ingrossare le fila della malavita organizzata o non organizzata che, da questi poveracci ha sempre trovato nuova linfa. Insomma, carne da macello, come la truppa mandata in prima linea in una guerra… a proposito di come combattere la mafia…
Adesso vi racconto una favoletta:
C’era una volta… una persona onesta e in gamba nel proprio lavoro, apprezzata per le sue competenze sia all’interno dell’azienda presso cui lavorava, sia all’esterno della stessa azienda. Va da sè che il tizio aveva anche una certa personalità. Senza personalità non si possono risolvere certe problematiche quotidiane della propria attività lavorativa con successo. Senza personalità si rimane dei mediocri e non si fa nè il bene proprio, nè il bene dell’azienda presso cui si lavora.
Fatto sta che un giorno l’azienda, a causa della crisi e di una evidente cattiva conduzione, cambia gestione.
Il nuovo gestore cosa fa? Invece di tenersi i dipendenti validi – per cercare di ritornare ai vecchi volumi di affari che il nome della Casa Madre gli garantisce, visto che l’azienda ne ha tutto il potenziale – li licenzia, tenendo per sè solo la gente incompetente, pacciugona e senza carattere, purchè lecchina, servile e disposta a fare straordinari a gratis affinchè lui possa arricchirsi ancora un po’ e comprarsi l’ultimo modello di quella Porsche Cayenne.
Del lavoro che viene fatto e come viene fatto, a quest’imprenditore, non gliene frega niente a dispetto di quello che invece racconta ai clienti. A lui interessa solo essere circondato da un gregge del quale è padrone e signore. Tanto poi quando se ne andrà pretenderà una liquidazione da nababbo dalla Casa Madre, a prescindere dai risultati portati o non portati alla stessa Casa Madre.
Questa favoletta che ho raccontato è un caso particolare, perchè questo signore ha potuto fare queste cose con la scusa della nuova gestione utilizzando mobbing, fino a ridurre i dipendenti in regola al numero di dieci, per poi poter licenziare impunemente. Tutto questo, sotto gli occhi dei sindacati.
Ebbene la favoletta serve comunque a far capire quello che gli imprenditori possono fare più facilmente senza l’Art. 18.
Eliminare l’Art. 18 è soltanto un’arma nelle mani di pseudo imprenditori ai quali non importa granchè dei risultati a lungo termine portati da un’azienda sana. Questi vogliono solo arricchiersi e fare vedere risultati immediati dovuti ai tagli e ai licenziamenti.
L’Art. 18 è una garanzia per non tornare a un rapporto tra lavoratori e “padroni” stile Ottocento,
L’Art. 18 è una garanzia per mantenere la dignità ai lavoratori. Dignità che da più parti ormai si vuole togliere.
L’Art. 18 è civiltà.
L’art. 18 E’ UN TABU’.
Poi, la motivazione ulteriore che danno i ministri Montero all’abolazione dell’articolo, cioè che servirebbe a creare posti di lavoro, questa è non solo risibile, ma addirittura ridicola e demenziale.
IL CRONISTA


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