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Perchè nuovo è bello

Creato il 28 settembre 2010 da Simone D'Angelo @SimonDangel


Caro libri, le strategie dei riminesi

Libri scolatici di seconda mano? No, grazie! La maggior parte degli studenti quest’anno studierà su libri nuovi di zecca. Nonostante la crisi economica, sui libri non si discute: tutti nuovi! Quando si tratta di istruzione le famiglie sembrano non cercare il risparmio a tutti i costi. Il 43% degli studenti acquisterà libri esclusivamente nuovi, con un aumento del 4% rispetto a quanto dichiarato nel 2009. Chi ricorrerà al mercato dell’usato saranno di meno rispetto all’anno scorso: il 19% li acquisterà in maggioranza nuovi (più del 3% rispetto al 2009) mentre il 12% li acquisterà tutti usati (meno del 3%).

Ma per quale motivo i genitori, abituati ormai a stringere la cinghia per far quadrare i conti, preferiscono spendere qualcosa in più per i libri dei figli? La motivazione principale è quella di non voler risparmiare sulla loro istruzione. Prevale la tendenza a farli studiare su libri aggiornati e privi di sottolineature, annotazioni e scarabocchi che potrebbero distrarre lo studente.

Effetto Gelmini
Non va comunque trascurato l’impatto della riforma delle superiori, che ha cambiato profondamente i programmi di studio, imponendo agli editori la stampa di nuove edizioni, che quindi non è possibile trovare nell’usato.

Tetti di spesa
Il problema del caro libri persiste ancora. I tetti di spesa stabiliti dal ministero per calmierare i prezzi vengono rispettati raramente, come confermano sia le statistiche sia i commenti degli studenti. Recentemente l’ufficio scolastico provinciale di Milano ha condotto un’indagine sulle nuove prime classi degli istituti superiori, rilevando che la metà delle 216 scuole ha almeno una classe che ha superato i limiti di spesa ministeriali. Questo succede perché non esistono sanzioni nei confronti delle scuole che non rispettano i parametri.

Il salasso dei dizionari
Bisogna considerare, poi, che i tetti di spesa non comprendono il costo dei dizionari, tutt’altro che irrisorio. Gli studenti più salassati sembrano essere quelli dei licei classici, che, oltre ai normali testi, devono comprare anche i vocabolari di latino e greco, lingue che non vengono studiate nel corso delle medie e per le quali sicuramente non si è mai proceduto all’acquisto in passato. Così si può arrivare a spendere oltre 400 – 500 euro per il primo anno, con punte di 700 per chi deve acquistare anche i dizionari.

Nel futuro
Un grande aiuto potrebbe arrivare dalla diffusione degli e-book, obbligatori dal prossimo anno. Netbook e iPad non fanno ancora parte della dotazione standard degli studenti. In molte scuole, infatti, mancano addirittura banchi e sedie, difficile immaginare una classe dove i ragazzi, per fare una traduzione di latino, possono consultare liberamente un dizionario su iPad. Tuttavia esistono progetti open source, come Lingoes Project, che rilasciano dizionari di lingue straniere gratuiti e consultabili sul proprio computer, con tanto di pronuncia vocale integrata.


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