Il festival di Sanremo, è una grande vetrina, forse la più grande e longeva vetrina mediatica che il bel paese abbia mai visto. Protagonista non è la musica, ma i personaggi in cerca di un minimo di notorietà, alla ricerca di quel consenso perso o accarezzato per qualche settimana. Tutte le televisioni, radio, quotidiani e magazine ne parlano e sono alla ricerca di quella notizia di costume che possa interessare la gente. Ecco perché la signora di 70 anni con scarpa glitterata diventa un fenomeno per 5 minuti, oppure il signore che si aggira per le vie del centro vestito come un nobile inglese dell’Ottocento diventa una star. E state sicuri che qualcuno si accorgerà di loro e li porterà nel proprio spazio mediatico. Sanremo è (anche) questo. Personaggi noti per qualche comparsata o poco più si ritrovano al centro dei luoghi cult della movida sanremese per scambiarsi finti saluti e falsi sorrisi. I ‘ciao caro, che piacere rivederti qui!’ si sprecano. Poi c’è la musica che al di la dei gusti sembra non essere protagonista, ma è sottofondo, accompagnamento a questa sfilata di improvvisata eccentricità. È questo il successo di Sanremo ed è per questo che si fa e continuerà a fare.
Tutto questo lo dobbiamo al “nostro” inviato speciale di Radio Manà Manà, che lasciamo nell’anonimato.
Sono pienamente d’accordo con lui, questo Sanremo oltre ad essere stato un festival poco canterino e musicale è stato politicamente scorretto e ha sotto-valutato pienamente il Made in Italy, la nostra moda, con gli abiti della Litizietto. Quindi, che dire, aspettiamo l’anno prossimo per un Festival della canzone migliore. Baci Baci