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Perché volevano chiudere lo stadio della Juve

Creato il 21 ottobre 2011 da Dailyblog.it @daily_blog

Di Salvatore Giambelluca il 21 ottobre | ore 09 : 51 AM


Perché volevano chiudere lo stadio della Juve

Giornata intensa ieri a Torino, la magistratura ha aperto un’inchiesta sul nuovo stadio della Juventus, al centro degli accertamenti che vedono tre persone indagate, ci sarebbero alcune forniture di acciaio «non conformi» che potrebbero avere, in linea teorica, effetti potenzialmente negativi. Si tratterebbe comunque di materiale certificato e sottoposto, in fase di costruzione e collaudo, a tutte le procedure necessarie. Inchiesta condotta dal pm Gabriella Viglione.

I motivi
Una delle imprese che hanno partecipato ai lavori di costruzione avrebbe utilizzato acciaio che non risponderebbe ai requisiti richiesti. E potrebbe quindi compromettere la tenuta della struttura, con gravissimi rischi per l’incolumità degli spettatori.

Juventus parte lesa
La procura ieri di Torino ha acquisito ieri nella sede della Juve tutte la documentazione relativa alla costruzione del nuovo stadio, società che però non è indagata ma risulta come parte lesa.

Stadio agibile e perfettamente a norma
In serata c’è stato un vertice in prefettura, tra i presenti Andrea Agnelli, Beppe Marotta, Michele Briamonte per la Juve, il sindaco di Torino Piero Fassino e il prefetto Alberto Di Pace. La società bianconera ha fornito al Comune prove sufficienti a confermare la solidità strutturale del nuovo impianto sportivo ed evitare un’eventuale chiusura dello stadio (nella peggiore delle ipotesi). “L’attività del nuovo stadio della Juventus proseguirà” è il messaggio univoco a fine incontro, a partire dalla prossima sfida sabato sera contro il Genoa. Il Comune, a scopo cautelativo, manterrà in ogni caso un’attività di monitoraggio fino al termine dell’inchiesta della magistratura.

Gli indagati
Sono tre le persone indagate, Giovanni Quirico, un dirigente dell’ufficio tecnico del Comune di Torino, e agli ingegneri Francesco Ossola e Paolo Erbetta. Il primo, secondo quanto si è appreso, è chiamato in causa come collaudatore, i secondi come direttori dei lavori. Intanto l’architetto dello Juventus Stadium, iIno Zavanella ha commentato così la notizia, assicurando la perfetta serietà delle persone indagate: “Le tre persone indagate nell’ipotesi di reato sullo stadio della Juventus sono serissime. Per quanto mi riguarda – ha aggiunto Zavanella Manà Sport 24 – ho solo realizzato il progetto dello stadio, i lavori sono stati seguiti da altri. Mi ha sorpreso scoprire i nomi dei tre indagati, sono persone per bene e professionisti di altissimo profilo. Non mi va, però, di aggiungere altre cose sulla vicenda. Almeno per il momento”.

Il comunicato
«Juventus Football Club prende atto della comunicazione del Sindaco Piero Fassino e conferma di essere informata di un’inchiesta da parte della Procura della Repubblica di Torino nella quale la società è parte lesa. La Juventus ribadisce la propria certezza sull’assoluta sicurezza strutturale dello stadio, ne ha fornito documentazione, ed è fiduciosa che tale circostanza emergerà anche dall’inchiesta della magistratura. Nel confermare il regolare svolgimento delle partite programmate, Juventus Football Club ringrazia il Prefetto e il Sindaco per l’efficace e tempestiva collaborazione odierna».


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