Se ha perso Renzi alle primarie non è detto che la politica nazionale abbia vinto, anzi ha perso altrettanto. L’establishement partitocratico, l’ossatura dura, vetero-comunista – vista forse l’estrazione anagrafica dei più fedeli bersaniani, ma non solo – ha imposto, ancora una volta, la sua impronta istituzionale, a partire, innanzitutto, dalla Toscana regione rossa. Bersani ed il suo apparato ne escono rafforzati.
Se la ventata di novità del vento renziano – molta della quale tirata fuori negli ultimi tempi direttamente dalle proposte del Movimento 5 Stelle - ma con un approccio ed una modalità da vecchia balena bianca, poteva scalfire la struttura organizzativa e verticistica del Pd, oggi questa stessa struttura si sente più forte, confermando le stesse cariatidi al vertice.
Quelle stesse che Renzino Sindaco di Firenze voleva rottamare.
Vedremo allora che fine farà la legge elettorale – oggi più che mai è troppo utile il porcellum per Bersani, benchè ne dica il fedele Enrico Letta
Vedremo che fine faranno la politica anti-privilegio e l’abbattimento dei vitalizi dei parlamentari del PD
Vedremo che fine farà la TAV in Val Susa, oggi che Monti ha confermato la partnership strategica franco-italiana, e con questa, tutte le infrastrutture a seguire promosse dal Ministro Passera in difesa e a favore del sistema bancario, che lui continua a proteggere…
L’elezione di Bersani porterà, molto probabilmente, ad un raffrozamento della struttura dei privilegi in politica e ad un inasprimento delle politiche industriali vecchia maniera, basate su infrastrutture mangia soldi e mangia ambiente. Guadiamo un po’ se Bersani manterrà le promesse alla green economy provenienti dall’ala “puppato” del Pd.
Temiamo invece che si ritorni ai vecchi ordini di scuderia dei vecchi pilastri della sinistra italiana, i cosiddetti rottamandi secondo il lessico renziano, che ci pare non abbiamo nessuna intenzione di mollare.
Certo è che se avesse vinto Renzi la politica sarebbe stata improntata ulteriormente ad un nuovo clintelismo di stampo democristiano, fatta di manfrine aggira regole e soprattutto di uno spregiudicato personalismo politico, pericolosamente acerbo e giovanilmente cinico, dunque pericoloso.
Per questo l’elettorato di centro sinistra lo ha punito.
Non si creda però di poter tornare a fare il Sindaco senza colpo ferire, come nulla fosse stato. E no, caro Sindaco ! Troppo comodo, ora il giocattolino chiamato Firenze si è rotto.
Sta emergendo, infatti, in tutta la sua chiarezza, in uno strascico di delusione post-elettorale, come il Sindaco abbia sinora usato la città per promuovere la propria immagine: diciamocelo pure che di Firenze e della sua Bellezza non gli è mai importato nulla
Ma i nodi sul terreno restano: TAV, San Salvi, Tramvia, chiusura della Libreria Edison, rischiosa mercificazione dei beni pubblici di interesse storico artistico, i lavori in corso non conclusi nei quasi 100 luoghi….Tanto per citare i più grossi.
Sarebbe stato bello averli lasciati a metà, per ragioni superiori di politica nazionale. Mi sa tanto che bisogna da oggi mettersi a fare il Sindaco davvero !