Magazine Diario personale

Perfect darkness

Da Danilo Baccarani @dumbbac
Sono così depresso che da stamattina ascolto musica elettronica.

Detesto tutti: i dietrologi, i festeggianti e berlusconiani.
E ho pure freddo.
I dietrologi sono fantastici.
I festeggianti non so cosa festeggino.
I berlusconiani non esistono. Sono un'entità astratta che esiste solo nel segreto della cabina elettorale per poi scomparire un secondo dopo l'uscita dal seggio.

Non ho voglia di fare analisi.
Non ho voglia di capire le ragioni degli altri: figuriamoci, capisco a malapena me stesso e quelli come me...ci manca solo che mi metto ad interpretare i flussi elettorali.
Come cinque anni fa. Forse anche peggio.
Come vent'anni fa. Anzi, peggio.
Sicuramente, peggio.

E così ieri notte mentre mi rigiravo nel letto pensavo alle primarie.
Già, le primarie...ma a che cazzo sono servite?

E' stato come farsi una pippa. Bello per carità, ma il sesso è un'altra roba.
Mentre gli occhi non ne volevano sapere di chiudersi ripensavo alle parole di uno dei leader sconfitti: "Mentre eravamo girati da una parte, dall'altra c'era il sorpasso...".
Detesto le parole di chi ha vinto.
E non capisco lo sberleffo: come se questo risultato mettesse tutti con il cuore in pace, allegri e sereni.
Oggi non c'è proprio un cazzo da ridere.
Del resto un italiano su tre ha scelto lo status quo.
Uno su quattro corre all'inseguimento di un sogno e lo lascio sognare, perchè io non ne sono capace.
Non ne ho le forze e nemmeno la follia.
Ci sono persone che ritengono che votare sia come dare un pugno nello stomaco a qualcuno.
Per me non è così adesso e non lo sarà mai.
C'è un paese nuovo con il quale non riesco a misurarmi.
Non riesco a parlare e non riesco nemmeno a guardarlo negli occhi.
Siate amici o colleghi, parenti o semplici conoscenti, beh, credetemi: non ho niente da dirvi.
Vi guardo mentre guardate le macerie sulle quali vi state beando.
Le macerie che con fatica pensavo si sarebbero potute rimettere in sesto, senza bacchetta magica e senza promesse vane.
Non è servito nemmeno stavolta.

Mi sento veramente un coglione.
Per fortuna non sono solo.


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