Pdl, le 'colombe' contro Santanché: "Inopportuna, così spacca il partito"
Cicchitto, Schifani e Gasparri attaccano la deputata che in un'intervista a Repubblica sul vertice di Arcore annuncia la vittoria dei "falchi" e l'imminente caduta del governo Letta. "Contraddice il documento sull'unità del partito, elenco di buoni e cattivi nel momento meno opportuno. No a chi fa il primo della classe". Brunetta: "Disfida senza senso"
ROMA - Se ieri il vertice di Arcore
ha confermato l'ultimatum al Pd contro la decadenza di Silvio
Berlusconi al Senato, accelerando i tempi di una crisi di governo, non
si può dire che abbia ricompattato il Pdl. Dietro le dichiarazioni
ufficiali di Angelino Alfano, la vicenda del salvataggio politico del
leader condannato per frode fiscale continua a dividere il partito. A
poche ore dal vertice, infatti, scoppia un caso Santanchè. La 'colomba'
Cicchitto e con lui buona parte dei "colonnelli" del partito crticano
duramente la collega 'falco e pitonessa' per l'intervista concessa a Repubblica
all'uscita da Villa San Martino. "Il Cavaliere ha deciso", dice
Santanché, il governo Letta cadrà. E poi via con l'elenco dei 'buoni',
dei 'cattivi' e degli incerti e le ironie sul furbo Alfano che si è
adeguato subito all'aria che tira: "Cicchitto, Schifani, Quagliariello,
Lupi fanno a gara nel dire che si può mediare, ma sbagliano".
L'ira delle "colombe".
Un'affermazione che provoca la reazione immediata di Fabrizio
Cicchitto: "L'onorevole Santanchè, che è anche responsabile
dell'organizzazione del partito, dichiara di esprimere le posizioni di
una corrente di esso, i 'falchi', i cui nominativi elenca ed elenca
anche i nomi dei dissenzienti, dei non allineati, dei renitenti e degli
incerti. Francamente - dice Cicchitto che definisce "davvero singolare"
l'intervista - non ci sembra che abbia scelto il momento più opportuno
per fare questo elenco dei buoni, dei cattivi e dei mediocri". Non solo,
prosegue Cicchitto, perché "contraddice il testo finale di Arcore che
afferma che il partito è unito e compatto". Ma, perché "avevamo capito
che, ferme rimanendo le libere valutazioni di ognuno, siamo tutti
impegnati a respingere l'attacco politico e giudiziario a Silvio
Berlusconi e a porre il Pd di fronte alle sue responsabilità perché la
tenuta dell'attuale governo, che è auspicabile, deve essere affidata al
senso di responsabilità di tutte le forze politiche che lo sostengono".
Duro
anche il commento del capogruppo al Senato, Renato Schifani: "E'
davvero molto grave che si provi a dividere il Pdl in buoni e cattivi,
in chi è sempre e comunque con il leader Silvio Berlusconi e chi
manifesta dubbi e perplessità sulla strada da percorrere. Il comunicato
del segretario del Pdl Angelino Alfano avrebbe dovuto sconsigliare
l'onorevole Daniela Santanchè dal fare affermazioni inopportune che
possono danneggiare l'immagine unitaria del partito e rischiano,
peraltro, di incidere negativamente sulle vicende che coinvolgono il
presidente Berlusconi".
Il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri,
commenta: "Di tutto hanno bisogno l'Italia, la politica e il Pdl tranne
che della gara a chi fa il primo della classe. E' buona regola non
farsi usare dai nemici ma spesso in politica alcuni cadono in questo
errore e poi ne pagano sempre le conseguenze". Stessa linea per Lucio Malan: "È fuorviante e dannoso dare l'idea di divisioni interne che non ci sono", scrive il senatore Pdl.
Altri
si aggiungo al coro di dissensi: "Non abbiamo bisogno né di falchi né
di colombe, né di vincitori né di vinti, ma solo di un partito coeso
attorno a Berlusconi. Attendiamo da lui la linea da seguire e da nessun
altro che voglia crearsi uno spazio inutile se non controproducente per
Berlusconi e il Pdl", dice la senatrice Elisabetta Alberti Casellati. "Alimentare inutili divisioni in questo momento - aggiunge Giuseppe Esposito, vicepresidente dei senatori Pdl -, è controproducente e non rispetta la realtà dei fatti". A ruota l'ex ministro Altero Matteoli:
"Che ci sia qualcuno, alla ricerca di visibilità fine a se stessa, che
prova a dividere, è disdicevole e serve solo a complicare le cose". E
ancora, l'altro ex ministro Maurizio Sacconi:
"Sbagliano quei cattivi consiglieri che incoraggiano Berlusconi
all'isolamento interno e internazionale con l'obiettivo anche di rompere
il Pdl".
E se il Pdl dà aut aut al governo, non vuole però riceverne: "Non pensi Saccomanni di arrivare in Cdm con una proposta 'prendere o lasciare' sull'Imu. Dati i tempi non penso che sarebbe produttivo", avvisa il capogruppo alla Camera Renato Brunetta
Il voto in Giunta.
Una questione che, sul piano politico, precede quella del voto in
Giunta su Berlusconi: "Non si tratta di una decisione automatica - dice
Brunetta - , è un giudizio politico-parlamentare. E se il Pd dichiara
che senza se e senza ma voterà la decadenza dal Parlamento del leader
del Pdl è chiaro che è il Pd che apre la crisi". Ma Brunetta avverte
anche il suo partito sulle spaccature interne. "Evitiamo - ha detto il
capogruppo alla Camera - di esibire fondamentalismi per sembrare più
puri. Guai a cascarci. Il nemico non è interno. Lo dico con vigore a chi
si sta lasciando trascinare in una disfida senza senso".