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Pidiellini disobbedienti.

Creato il 12 marzo 2013 da Gianna

Pidiellini disobbedienti. Questa, sinceramente non me l’aspettavo: ieri un plotone di parlamentari del PDL, disobbedendo al presidente ipocrita, ha invaso i corridoi del Tribunale di Milano, improvvisando comizi contro la magistratura eaccusando i giudici, indistintamente, di voler eliminare il loro “caro leader”. So che certa gente può esser capace di tutto, ma questo non me la potevo immaginare: ribaltare la logica dello Stato di diritto (o almeno quella che la maggioranza di noi ritiene tale) è una cosa degna dimenti ottenebrate, che può scaturire solo da un’idea di onnipotenza. Cos’è? Uno scandalo di lesa maestà? Processare un leader politico per reati comuni minerebbe i fondamenti della democrazia? È eversione portare avanti un normale processo contro un imputato con corredo di vincoli procedurali e persino (non sia mai!!) un’irrispettosa visita fiscale? Io qui di eversivo ci vedo solo la condotta di personaggi senza arte né parte, se non quella dell’inchino, di una massa di ignoranti portavoti, di “amiche” del potente di turno, di scambisti della tessera e del credo politico che farneticano di “attacco alla democrazia” per processi che stanno svelando i mille intrighi e le mille corruzioni che hanno mantenuto in piedi un sistema di potere che ha reso ridicoli i suoi sostenitori prezzolati e l’intero parlamento della repubblica, grazie anche ad un’opposizione inesistente, incapace di esprimere un’idea diversa, invischiata, anch’essa, fino al collo nel fango che strangola il paese. Eversivo è chi fa cadere l’anatema non su chi viola le leggi della Repubblica, qualsiasi sia il suo stato sociale, bensì su chi pretende di applicare al potente le stesse “banali” regole che valgono per tutti gli altri, chi contesta l’esercizio della giurisdizione per il solo fatto di essere diretta contro un esponente politico. Se una manifestazione come questa fosse stata fatta da semplici cittadini, in difesa di un altro semplice cittadino, che sarebbe successo? Come minimo ci sarebbero stati poliziotti in tenuta anti-sommossa! E un semplice cittadino avrebbe usufruito così facilmente di quei sedicenti “legittimi impedimenti “ dei quali sono piene le cronache giudiziarie degli ultimi vent’anni di processi di quest’imputato eccellente? Questo vergognoso ribaltamento, questo negare il diritto-dovere della giurisdizione di applicare le sue regole anche ai ricchi e potenti, incarna, in pieno, quella distanza siderale che si è creata tra la società civile e la casta politica. Un vero e proprio muro alla cui costruzione hanno contribuito tutti i partiti, con l’uso del potere per “piazzare” i propri uomini, per gestire il denaro pubblico, per accumulare privilegi e soldi, il tutto accompagnato dalla certezza dell’essere intoccabili, al di sopra della legge, al di sopra dei doveri che la costituzione ed il ruolo che ricoprono gli imporrebbe. Per i seguaci della partitocrazia le sentenze sono giuste o sbagliate non in base alla correttezza e aderenza ai fatti del procedimento su cui si basano, non in base alla onestà e competenza dei giudici, bensì a seconda che pervengano o meno al risultato da loro auspicato. E l’emergenza democratica c’è, certo che c’è!  È nel predicare la superiorità del potere politico alla legge!

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