Per chi conosce l’ azione antimafia di un grande magistrato come Piero Grasso ed è pure suo compaesano è stata dir poco inaspettata e scioccante questa dichiarazione su Berlusconi: «Darei un premio speciale a Berlusconi e al suo governo per la lotta alla mafia». «Ha introdotto delle leggi che ci hanno ci hanno consentito di sequestrare in tre anni moltissimi beni ai mafiosi». Un bottino che ammonta a 40 miliardi di euro.
Poi, una dichiarazione che suona tanto come un cartellino giallo nei confronti di Ingroia: «È sbagliato fare politica utilizzando la propria funzione».
In un secondo momento ha precisato: «Non volevo criticare Ingroia, ho soltanto detto come mi sarei comportato io rispondendo alla domanda di un giornalista che chiedeva il mio parere sull’opportunità di intervenire ad un comizio di partito». «O si fa politica o si esercitano le funzioni di magistrato, ma parlavo in generale, senza personalizzare e senza riferirmi a nessuno in particolare».
Non mi metto a discutere sull’efficacia delle leggi antimafia varate dal governo Berlusconi ed ammettendo che siano state ottime, come afferma Grasso, questo rientra nell’ordine naturale delle cose, è un dovere di qualsiasi governo combattere la mafia senza per questo ricevere nessun premio speciale.
Semmai una bella discussione andrebbe fatta sull’opportunità di dare, eventualmente, un premio speciale per la lotta alla mafia a Berlusconi.
Grasso non puo’ non sapere che Silvio Berlusconi ha ospitato a casa sua il boss Mangano definendo lo stesso ”eroe” perché in punto di morte non disse “certe cose” su di lui e Dell’Utri: c’è chi ha come eroe Falcone e chi Mangano.
Grasso non puo’ non sapere che nella sentenza della Cassazione sul ”processo Dell’Utri” c’è scritto che Berlusconi pagava ingenti somme di denaro alla mafia in cambio di protezione. Insomma, pagava il pizzo alla mafia, ” anche quella fu una scelta di campo”: c’è chi denuncia e chi paga.
Grasso non puo’ non sapere che lo stesso B ha fatto eleggere (nelle sua liste) in Parlamento gente indagata, imputata o perfino condannata per associazione mafiosa e camorristica: un bel modo per tenere la mafia fuori dalle Istituzioni.
Senza poi contare le sue numerose dichiarazione diffamatorie verso i magistrati italiani, compresi quelli che si occupano di lotta alla mafia: un bel modo per sostenerli.
Altro che premio speciale. Invece di criticarlo, diamolo ad Ingroia un premio speciale. Sono d’accordo sulla precisazione di Grasso ma fino a prova contraria uno che non si presenta al voto e che non è nemmeno iscritto ad un partito non fa politica. Un magistrato ha il diritto- dovere di esprimere le proprie opinioni e questo non ha nulla a che vedere con la politica. Nel caso di specie, Ingroia non fa politica ma esprime le proprie opinioni non abusando della sua funzione. Il fatto poi che le parole di Ingroia facciano sempre saltare sulle loro comodissime poltrone un bel po’ di parlamentari è molto significativo e ci spiega chiaramente chi sta davvero dalla parte del torto.
Io penso che uno stimabilissimo magistrato come Piero Grasso, questa volta, abbia visto un Mondo alla rovescia.
Gio’ Chianta